Maltempo in Slovenia, tre vittime per le alluvioni. Migliaia di evacuati
Colpite dalla «catastrofe» soprattutto l’area settentrionale, Carinzia in testa, e la Slovenia centrale. Paesi e cittadine allagati. Strade e ferrovie interrotte per frane, alberi caduti e ponti crollati. Una forte perturbazione è attesa in Croazia, Bosnia e Serbia

LUBIANA Esondazioni, allagamenti, frane, evacuazioni spesso possibili solo via elicottero, danni incalcolabili anche a zone industriali, come quella di Ljubno, ponti abbattuti, case sommerse dalle acque. E ben tre morti.
Sono gli effetti dell’ondata di maltempo – una delle peggiori assieme a quelle del 1990, del 1998 e del 2004 - che ha colpito a partire da giovedì sera la Slovenia, per l’ennesima volta nelle ultime settimane investita da condizioni atmosferiche eccezionali, con precipitazioni torrenziali da record e forti venti.

La perturbazione violentissima, a questo giro, ha causato anche tre morti, ha confermato venerdì pomeriggio la polizia di Lubiana, parlando di «decessi collegati al maltempo».
Si tratta di una donna slovena, residente a Kamnik, una delle cittadine più colpite, e di due cittadini olandesi, turisti, sorpresi dal fortunale sui monti sopra Kranj.
Situazione d’emergenza che ha toccato praticamente tutto il Paese, non solo le aree di Kamnik e Kranj, con picchi di 200 millimetri di pioggia caduti in 24 ore in alcune zone, «il doppio di quanto dovrebbe scendere in un mese intero», ha precisato il meteorologo Brane Gregorcic.

A essere investita con maggiore violenza è stata tuttavia la parte settentrionale, Carinzia in testa, con scene caotiche in villaggi e cittadine allagate, senza luce e acqua e la Slovenia centrale, ha precisato l’agenzia slovena Sta, che ha parlato senza mezzi termini di «catastrofe».
Catastrofe che ha toccato località grandi e piccole. L’emergenza è stata dichiarata a Komenda, a nord di Lubiana, ma «anche l’intera regione della Gorenjska è finita sott’acqua», ha informato in mattinata il capo della locale Protezione civile, Klemen Smid.

Situazione grave è stata segnalata anche nell’area di Skofja Loka, a Celje – dove sono stati più di 4mila gli evacuati per l’esondazione del fiume Savinja - e nelle valli di Selca e Poljane, per allagamenti, esondazioni, frane e strade bloccate, mentre a Ziri, nel Nordovest, cento case sono state invase dall’acqua.
Danni sono stati segnalati a strade e abitazioni anche nella zona di Idrija, dove i residenti sono stati caldamente invitati ieri a non mettersi in strada per non rendere ancora più difficile il compito di vigili del Fuoco e soccorritori, impegnati con 170 mezzi in più di mille interventi solo nelle prime dodici ore. Ma la lista dei disastri è ancora più lunga e forzatamente incompleta.

Problemi sono stati segnalati anche per quanto riguarda ponti abbattuti dalla furia delle acque, mentre la banca Nlb ha avvisato di essere impossibilitata ad aprire molte filiali nelle zone colpite dal maltempo.
Inondazioni che hanno portato anche alla chiusura di tratti di ferrovia nel nord della Slovenia e di tronchi dell’autostrada A1, tra Lubiana e Maribor, mentre la A2 è stata aperta anche ai non possessori di vignetta per facilitare gli spostamenti, difficili sulle strade secondarie nella zona. Il gestore autostradale Dars ha chiesto assistenza anche a Italia e Austria per deviare i traffici via dalla Slovenia.

Moltissime anche le evacuazioni, alcune effettuate con elicotteri dell’esercito, altre – con foto che hanno fatto il giro del Paese – operate dai pompieri, come nel caso dei bimbi di un asilo nella zona di Menges, poco a nord della capitale. Tutti dettagli di un complesso puzzle che hanno spinto il ministro della Difesa Marjan Sarec, che ha attivato reparti dell’esercito per dare una mano, a parlare di «situazione difficile», un eufemismo.

Difficile lo è stata anche sul fronte delle forniture di acqua ed elettriche, con decine di migliaia utenze disconnesse con conseguente interruzione delle comunicazioni telefoniche e internet.
«Alcune aree» della Slovenia, dove da venerdì è in vigore l’allarme rosso per il maltempo, «sono completamente tagliate fuori» dal mondo, ha ammesso il capo della Protezione civile, Srecko Sestan, mentre altre esondazioni sono state previste per i fiumi Krka, Sava, Drava e Dravinja, con il maltempo che anche in serata non ha dato tregua.
E una relativa calma dal punto di vista atmosferico è attesa solo sabato, mentre una forte perturbazione è attesa invece in Croazia, Bosnia e Serbia, che si preparano a un weekend difficilissimo.
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