Slovenia, il governo stanzia 1,2 miliardi per soccorrere le aziende energivore

I fondi ricavati dalla riserva di bilancio. Cento milioni a salvaguardia del lavoro
M. Man.

LUBIANA Anche la Slovenia deve affrontare, dopo l’applicazione delle sanzioni alla Russia, il caro energia perché neppure con la centrale nucleare di Krško e alcuni impianti idroelettrici non riesce a soddisfare il fabbisogno nazionale.

A farne le spese sono soprattutto le industrie energivore, i negozi, i ristoranti e i centri commerciali.

Il governo è così dovuto correre ai ripari un po’ come tutti gli altri esecutivi europei. Le misure di aiuto costeranno 1,2 miliardi di euro, «che abbiamo in riserva nel bilancio», ha detto il ministro dello Sviluppo economico Matjaž Han precisando che 850 milioni di euro saranno destinati all'economia, 100 milioni di euro per preservare i posti di lavoro e 200 milioni per migliorare la liquidità delle imprese. In particolare, la legge introduce anche agevolazioni per giornate lavorative ridotte e temporanee di attesa al lavoro, nonché prestiti agevolati per garantire la liquidità delle imprese.

«Con la legge, stabiliremmo prezzi competitivi per i prodotti energetici, come hanno fatto le aziende in tutta Europa, e creeremo una situazione la più stabile possibile per la nostra economia», ha spiegato Han. Il governo ha già stabilito con regolamento che il fornitore deve tenere conto del prezzo della borsa tedesca nel prezzo al dettaglio per i clienti commerciali nei contratti per il 2023, che saranno conclusi entro la fine di quest'anno, e ha limitato il prezzo del fornitore verso l'alto.

La nuova legge prevede un'agevolazione del costo dell'energia elettrica per il 2023. Nella determinazione dei costi ammissibili si terrà conto della differenza tra il prezzo che le imprese hanno pagato per l'energia elettrica nel 2021 e il prezzo che pagheranno per il 2023 e verrà applicata una riduzione e sarà incoraggiato il risparmio dei consumi. L'agevolazione sarà erogata nella misura massima, infatti, nei casi in cui le aziende riducano i consumi di almeno il 30 per cento rispetto al 2021.

Se lo fanno a un prezzo inferiore o se il consumo rimane lo stesso, il sussidio sarà corrispondentemente inferiore. Ammonterà al 50 percento dei costi ammissibili, per cui questa quota può aumentare al 65 e all'80 per cento per le aziende energivore e particolarmente esposte.M. MAN.

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