Appello di Lubiana: «Il riconoscimento della Palestina è la via per la pace»
La ministra degli Esteri dell’Anp Aghabekian Shahin accolta dalla presidente Pirc Musar: «Sì alla soluzione dei due Stati»

Una vita dignitosa e sicura, nel proprio Paese, in uno Stato che deve essere riconosciuto dal maggior numero possibile di nazioni al mondo. È il forte appello lanciato ancora una volta dalla Slovenia, sempre più in prima fila in Europa nel difendere la causa palestinese – chiedendo allo stesso tempo il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas.
Slovenia che non sembra essersi stancata della battaglia che sta conducendo, relativamente isolata dentro la Ue. Lo si è visto in questi giorni a Lubiana, dove è stata accolta con tutti gli onori la ministra degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese, Varsen Aghabekian Shahin, ricevuta dai massimi vertici politici sloveni. Visita ufficiale che è stata un’occasione per trasmettere messaggi e rivolgere appelli alla comunità internazionale. L’ultimo, molto sentito, è stato lanciato proprio ieri dalla presidentessa Nataša Pirc Musar che, dopo aver ricevuto Aghabekian Shahin, ha ribadito che la Slovenia rimane e rimarrà «tra i più fieri sostenitori della «statualità» della Palestina e della «soluzione dei due Stati».
Nel frattempo, «in tutti i consessi internazionali, incluso il Consiglio di sicurezza dell’Onu, abbiamo chiesto inequivocabilmente un immediato e duraturo cessate il fuoco, la distribuzione in maniera sicura di aiuti umanitari e il rispetto del diritto internazionale», ha aggiunto Pirc Musar. Lubiana, ha poi sottolineato Pirc Musar, ha «come principio-guida quello della protezione dei civili». E «causare la fame nella popolazione» di Gaza «è inaccettabile», ha stigmatizzato la presidentessa.
Linea che è condivisa a tutto tondo dall’attuale classe dirigente al potere a Lubiana. «Il riconoscimento della Palestina», un passo ratificato dalla Slovenia già nel giugno dell’anno scorso – ma ancora visto come il fumo negli occhi da grandi potenze, come la Germania – è «l’unica garanzia per la pace e la sicurezza e per una coesistenza pacifica di israeliani e palestinesi, fianco a fianco», ha ribadito da parte sua la ministra degli Esteri slovena, Tanja Fajon, dopo un meeting con la sua omologa palestinese, accolta anche dalla presidentessa del Parlamento di Lubiana, Urška Klakočar Zupančič.
E «spero con tutto il cuore che la Slovenia, assieme alla Palestina» riesca a «incoraggiare» altri riconoscimenti, ha aggiunto Fajon, mentre Aghabekian Shahin si è detta fiduciosa che ciò accada «a settembre». «Alcuni Stati lo hanno già annunciato, altri ancora esitano», ma solo con nuovi riconoscimenti, da leggere come «un atto di giustizia» riparatorio, si potrà andare verso la soluzione a due Stati, ha detto la ministra palestinese, svelando di ambire alla soglia dei 160 riconoscimenti entro l’autunno, dai 149 attuali. —
Riproduzione riservata © il Nord Est