Slovenia alla conquista di un seggio all’Onu: Pahor lancia la campagna nella Grande Mela

Il presidente con la ministra Fajon in campo per l’evento organizzato dall’ambasciatore a New York. Bielorussia l’altro candidato da battere
Mauro Manzin

LUBIANA Un ricevimento nella Grande Mela per lanciare ufficialmente la campagna della Slovenia per ottenere un seggio non permanente al Consiglio di sicurezza dell’Onu nel biennio 2024-2025 è stato organizzato dall’ambasciatore sloveno alle Nazioni Unite Boštjan Mlovrh. Ospiti d’onore e portatori di quel valore aggiunto che il Paese potrebbe dare al Consiglio di sicurezza sono stati il presidente della Repubblica, Borut Pahor e la ministra degli Esteri, Tanja Fajon.

Il voto si avrà appena il prossimo giugno ma Lubiana ha iniziato il suo paziente lavoro di lobbing già l’anno scorso. Il candidato da sconfiggere non è uno qualsiasi, bensì lo stato sodale di Putin nell’aggressione russa all’Ucraina, ossia la Bielorussia del dittatore Lukashenko che è l’unico candidato dei Paesi dell’Europa orientale.

Il presidente Pahor ha sottolineato l'impegno della Slovenia per il multilateralismo, condannando al tempo stesso l'attacco russo all'Ucraina come un attacco inaccettabile a regole chiare, come la risoluzione pacifica delle controversie e la cooperazione.

In qualità di membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel periodo 1998-1999, la Slovenia si è adoperata per migliorare la trasparenza e i metodi di lavoro, concentrandosi sulla protezione dei civili nei conflitti armati e sulla prevenzione dei conflitti e prestando particolare attenzione alla stabilità dei Balcani occidentali, ha detto, tra l'altro. Su iniziativa della Slovenia - insieme ai suoi partner - l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato a luglio una risoluzione per riconoscere un ambiente pulito, salubre e sostenibile come diritto umano.

In un discorso rilassato e a volte divertente, Tanja Fajon ha detto al pubblico di aver partecipato per la prima volta al dibattito generale all'inizio della sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e dopo più di 50 incontri, non è del tutto sicura di essere eccitata, depressa o entrambi. Depressa dai crescenti problemi internazionali, ma eccitata da una consapevolezza condivisa di problemi urgenti: conflitti, povertà, cambiamenti climatici, mancanza di acqua, cibo, governance efficace e sicurezza energetica.

Ha presentato la Slovenia come un paese piccolo ma ambizioso con una ricca esperienza storica che può aiutare con successo le Nazioni Unite a superare tempi difficili. Grazie alla sua storia, può capire i piccoli paesi, comprendere i complessi processi di transizione democratica ed economica e ha anche esperienza come membro dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1998-1999. È convinta che la Slovenia possa contribuire alla pace e alla sicurezza internazionale, al rispetto dei diritti umani, al dialogo e agli standard democratici. « Sono lieta di lanciare una campagna con lo slogan Costruire la fiducia e garantire il futuro», concluso.

La corsa al seggio del girone dell'Europa dell'Est per il periodo 2024-2025 tra Bielorussia e Slovenia è diventata in qualche modo una corsa tra democrazia e autocrazia, anche a causa della guerra in Ucraina. Ma ogni Paese ha i propri interessi nelle Nazioni Unite, che non sono sempre coerenti con i principi universali della Carta delle Nazioni Unite. È necessario ottenere almeno 129 voti dei membri, che in totale sono 193. La decisione sarà presa a giugno 2023.

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