Frontiere Ue, dal 12 ottobre cambiano le regole per i viaggiatori extra-Schengen

Al via il nuovo sistema Ees: impronte digitali, foto e dati biometrici per chi entra da Paesi terzi. Critiche e timori nei Balcani: "Più burocrazia e code"

Stefano Giantin
Le nuove regole in arrivo da ottobre
Le nuove regole in arrivo da ottobre

Di certo si tratta di un grande cambiamento, con dettagli ancora da definire. Cambiamento che l’Unione europea presenta come una modernizzazione e un miglioramento radicale sul fronte dei controlli e della sicurezza, in arrivo dopo ripetuti ritardi.

Ma che i diretti interessati interpretano invece come l’ennesima, fastidiosa bega burocratica imposta dalla “matrigna” Ue. Sono le diverse campane che riguardano il cosiddetto Sistema di ingressi-uscite (Ees), iniziativa che Bruxelles – ora è ufficiale, come da annuncio della Commissione europea – ha deciso di lanciare a partire dal prossimo 12 ottobre, giorno in cui scatterà un periodo di “adattamento” di sei mesi.

Durante questo adattamento i paesi membri dell’Unione inizieranno gradualmente ad applicare il sistema ai loro posti di frontiera con decine di nazioni extra-Ue, Balcani occidentali inclusi.

Cosa cambia?

Nulla per i cittadini comunitari; molto per chi ha invece in tasca un passaporto di Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Kosovo, oltre che per cittadini di altri Paesi nel mondo, che già oggi possono viaggiare nella Ue senza visti.

L’Ees è infatti un nuovo «sistema tecnologico avanzato che registrerà digitalmente gli ingressi e le uscite di cittadini di paesi terzi che si recano in 29 paesi europei, compresi quelli associati Schengen, per soggiorni di breve durata», spiega la Ue. Il cambiamento più significativo è la necessità di acquisire «dati biometrici, come le impronte digitali, l’immagine del volto e altre informazioni di viaggio, sostituendo gradualmente l’attuale sistema di timbratura del passaporto».

In pratica, a partire da ottobre – ma il sistema dovrebbe entrare in funzione pienamente ad aprile 2026 – a chi entrerà nella Ue da Paesi extra-Ue, Balcani inclusi, potrà essere richiesto dagli agenti di frontiera di «scannerizzare le impronte digitali» e di essere «fotografato», procedura che potrà essere velocizzata attraverso un’app mobile, chiamata “Travel to Europe”, attraverso cui i cittadini extra-Ue potranno inserire i dati personali in anticipo. Successivamente al primo ingresso, gli agenti di frontiera «verificheranno solo impronte e foto», si legge sui materiali esplicativi preparati dalla Ue.

Difficile che, già a ottobre, i valichi Ue siano pronti per il cambiamento. Secondo previsioni di Bruxelles, all’inizio quelli che avranno la tecnologia adatta a disposizione saranno infatti solo il 10%, salendo poi progressivamente nei mesi successivi.

Il sistema Ees è propedeutico a un altro “step”, che si preannuncia assai più invasivo. È il cosiddetto sistema Etias che, dopo molti ritardi e le critiche di Germania e Francia, preoccupate dalle code che potrebbero generarsi negli aeroporti, dovrebbe entrare in funzione a fine 2026.

A differenza dell’Ees, l’Etias sarà un vero e proprio “lasciapassare” digitale, da richiedere prima di viaggiare verso la Ue da parte dei viaggiatori extracomunitari, pagando 20 euro e compilando un dettagliato questionario, secondo le ultime indicazioni della Ue.

«Il sistema di ingressi/uscite è un elemento fondamentale per migliorare il modo in cui gestiamo le nostre frontiere esterne» e «ci aiuterà a rintracciare chi entra e chi esce dall’Ue», assicura il Commissario Ue agli Interni, Magnus Brunner, mentre la vicepresidente della Commissione Henna Virkkunen parla di passo avanti verso «sicurezza e innovazione tecnologica».

Ma nei Balcani gli umori sono assai diversi. Il sistema Ees avrà un «impatto negativo» sull’economia, ha avvisato ad esempio l’associazione degli autotrasportatori serbi. E anche sui social la lettura del sistema Ees appare negativa. «Introduciamo una tassa da 20 euro per chi entra in Serbia dalla Ue», «Bruxelles non ha più soldi e fa cassa su di noi» e «immaginatevi le code si formeranno alle frontiere», alcuni dei commenti più gettonati. Per la prova del nove, tuttavia, bisognerà attendere almeno ottobre.

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