Schengen, controlli estesi fino all’estate tra Italia e Slovenia
Confini “chiusi” fino al 18 giugno 2026. Tra le motivazioni sicurezza per Olimpiadi e Paralimpiadi invernali Milano-Cortina

La sospensione del trattato di Schengen alla frontiera con la Slovenia è stata confermata per altri 6 mesi, fino al 18 giugno 2026. Si tratta di una decisione del Viminale che non è stata annunciata, ma che è apparsa sulla pagina del sito della Commissione europea. La nuova notifica dell’Italia è la numero 484 da quando sono stati “cancellati” i confini interni ai Paesi Schengen.
La motivazione completa della proroga pubblicata sul sito della Commissione riguarda il «continuo rischio di infiltrazioni terroristiche nei flussi migratori nella Rotta balcanica, la crisi in Medio Oriente e in Ucraina, l’alta presenza di reti di trafficanti di esseri umani e l’innalzamento del livello di allerta associato con il Giubileo e delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali».
Dal Viminale hanno confermato il rinnovo della misura e reso noto che è un dispositivo di sicurezza che viene adottato comunemente dagli Stati Ue in occasione di grandi eventi come le Olimpiadi. I Giochi invernali si terranno tra Milano e Cortina dal 6 al 22 febbraio 2026 e le Paralimpiadi dal 6 al 15 marzo 2026.
È dal 21 ottobre 2023 che sono stati reintrodotti i controlli ai valichi confinari con la Slovenia. Inizialmente la motivazione addotta per la chiusura riguardava possibili infiltrazioni terroristiche nella Rotta balcanica a seguito dell’attentato di Hamas del 7 ottobre, e la misura era stata decisa per 10 giorni, rinnovata di 10 giorni in 10 giorni fino al 19 gennaio 2024 quando la proroga è stata di 5 mesi, e da lì in poi di 6 mesi – il tempo massimo richiedibile per la sospesione.
La misura può essere adottata con una semplice notifica da parte delle autorità di qualsiasi Paese membro. Il dispositivo deve però essere un «una misura di ultima istanza», adottata dopo aver esplorato tutte le altre possibilità. La durata massima dovrebbe essere di due anni, ma è possibile, a fronte di gravi crisi, prorogarlo ulteriormente. Al 18 giugno 2026 la chiusura del confine sarà durata 2 anni e 8 mesi.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista rilasciata ai quotidiani del gruppo Nem il 23 ottobre aveva assicurato che «l’obiettivo del governo è tornare quanto prima alla piena operatività dello spazio Schengen» e che per farlo si stava aspettando «la fine del conflitto in Medio Oriente», facendo auspicare che con la tregua la fine del dispositivo non fosse lontana.
Dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi, in visita a Trieste un mese prima, era arrivato un segnale opposto: aveva affermato che il ripristino del trattato sarebbe avvenuto «quando avremo sconfitto i flussi illegali».
Ma la chiusura delle frontiere interne è stata oggetto di una interrogazione parlamentare da parte dell’eurodeputata Cristina Guarda (Europa verde-Avs), che ha chiesto al commissario europeo per gli Affari interni Magnus Brunner se considerava la misura appropriata e se fosse a conoscenza dei suoi impatti sui 9 mila lavoratori transfrontalieri. Il commissario ha risposto a ottobre scorso che «la Commissione sta valutando la notifica dell’Italia del giugno 2025» e che «ha avviato un processo di consultazione con l’Italia e la Slovenia» in cui «continua a sottolineare l’importanza di adottare misure alternative e di attenuazione che dovrebbero garantire che i controlli siano necessari e proporzionati e che abbiano un impatto limitato sul traffico transfrontaliero».—
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