Rovigno celebra i 75 anni dalla fondazione della Comunità Italiana

ROVIGNO «Parlare dell'importanza dell'italianità è davvero riduttivo perché questa città è cultura latina, romanza, veneta e italiana in generale, sia nella storia che nel presente».
Lo ha sottolineato il Console generale d' Italia a Fiume Davide Bradanini, intervenuto alla celebrazione del 75.esimo anniversario della fondazione della Comunità degli Italiani Pino Budicin.
Il suo concetto calza perfettamente a pennello con quello espresso dalla presidente della comunità Viviana Benussi, sul percorso storico del sodalizio.
«Rovigno è stata in effetti l'ultima comunità a costituirsi in tutta la regione istriana, a Fiume e dintorni - ha detto - poiché la popolazione rovignese era prevalentemente italiana».
Poi si sa come è andata: l'esodo del secondo dopoguerra aveva notevolmente ridimensionato la presenza italiana a Rovigno per cui un gruppo di entusiasti dell'epoca, ci riferiamo al finire degli Anni '40 dello scorso secolo, aveva dapprima fondato la Società artistico culturale Marco Garbin con l'obiettivo di tramandare la ricca tradizione canora e musicale della città. Un anno dopo venne fondata la comunità, o meglio il Circolo Italiano di Cultura come si chiamava all'epoca.
«La nostra storia e' fatta di alti e bassi - così ancora Viviana Benussi - e uno dei momenti più tristi è stato l'esautoramento nel 1974 da parte del regime jugoslavo, del professor Antonio Borme, rovignese, leader indiscusso della Comunità nazionale italiana».VA.C.
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