Raggiunta l’intesa: in Slovenia uffici pubblici al lavoro dopo mesi di scioperi

LUBIANA. Lotta senza passi indietro, mesi di disagi per cittadini e imprese. Ma alla fine il governo ha un ripensamento, tende la mano. E un accordo arriva, in extremis, inaspettato. L’accordo è quello che porrà fine in Slovenia, da oggi, al durissimo sciopero delle cosiddette unità amministrative, uno dei tanti che hanno messo in ginocchio il Paese negli ultimi mesi. E uno dei più impattanti, perché le unità sono di fatto l’organo di raccordo tra lo Stato e persone fisiche e giuridiche. E fornivano, prima di incrociare le braccia e ridurre la mole e la velocità del loro lavoro, servizi essenziali alla popolazione e alle imprese, molte delle quali al palo,soprattutto per i ritardi nel rilascio di permessi di costruzione.
Tutto tornerà tuttavia alla normalità a partire da lunedì, dopo che il governo Golob e i sindacati hanno siglato un’intesa di massima su condizioni di lavoro e aumenti salariali (anche per gli straordinari) che di fatto pone fine allo sciopero, che in alcune unità si stava protraendo di fatto ormai da metà marzo. Altre misure retributive, è stato precisato, saranno successivamente adottate nell’ambito della riforma generale del settore pubblico, che è uno degli obiettivi principali dell’esecutivo a Lubiana.
Ma il punto più importante è che gli impiegati da oggi saranno di nuovo ai loro posti al 100%, esercitando l’importante «missione di fornire servizi» essenziali per i quali «si dedicano» da sempre con vigore, ha spiegato il ministro sloveno della Pubblica amministrazione, Franc Props. L’esponente del governo ha ringraziato i rappresentanti sindacali che hanno deciso di chiudere l’accordo, specificando che le ultime settimane «erano state difficili» anche per i loro rappresentati, consci dei disagi arrecati alla comunità nazionale per l’astensione dal lavoro.
Unità amministrative che sono «organi fondamentali che implementano le leggi e l’autorità dello Stato in relazione a persone e imprese e sono fra quelli che sostengono il peso maggiore nell’amministrazione pubblica», ha ricordato da parte sua Franciscek Verk, uno dei leader sindacali del comparto. «Vorrei ancora una volta scusarmi con tutti gli utenti delle unità amministrative per i disagi provocati dallo sciopero», ha aggiunto invece un’altra figura di spicco dei sindacati del settore, Dragan Stankovic.
L’intesa, ha spiegato l’agenzia di stampa slovena Sta, è un rilevante passo in avanti per gli impiegati. Include infatti bonus per straordinari e smaltimento di carichi di lavoro straordinari, un problema serio nelle unità, ma anche incentivi per lo staff che viene incaricato di dare una mano a sbrigare le pratiche accumulate e per chi sostituisce colleghi temporaneamente assenti, oltre ad altri benefici per i più “stakanovisti”.
I bonus, è stato illustrato, toccheranno fino al 20% della paga base e saranno regolati da una sorta di task force che include rappresentanti sindacali, direttori delle unità amministrative e lo stesso ministero della Pubblica amministrazione. Una seconda task force sarà invece creata – e avrà «natura permanente» - con l’obiettivo di «ottimizzare l’organizzazione delle unità amministrative», ha precisato sempre Stankovic. Anche se gli aumenti di paga non sono stati del tutto in linea con le richieste sindacali, ha puntualizzato da parte sua il ministero, il tema sarà trattato nell’ambito della riforma generale e, «se un accordo su questo fronte non sarà raggiunto», se ne discuterà solo con le unità amministrative «separatamente», per evitare nuove proteste. Infine, intesa raggiunta anche su «nuove assunzioni», essenziali per il funzionamento della macchina amministrativa.
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