Presidenziali in Slovenia, sfida fra indipendenti. Si ritira la candidata del partito del premier

Il voto del 23 ottobre primo test politico per il Movimento libertà  dopo la vittoria di aprile. La rinuncia di Marta Kos: «Motivi personali» I sondaggi indicano finora un testa a testa tra i due nomi. Dietro di loro i volti indipendenti

Mauro Manzin
Marta Kos getta la spugna. Nella foto di movimento libertà mentre annunciava la candidatura
Marta Kos getta la spugna. Nella foto di movimento libertà mentre annunciava la candidatura

LUBIANA Questione di stile. C’è chi come Nataša Pirc Musar, avvocatessa, appena candidatasi alla presidenza della Repubblica di Slovenia, aveva affermato senza riguardo alcuno che lei la carica di presidente della repubblica ce l’aveva disegnata sulla pelle, c’è chi, invece, come Marta Kos, candidata designata da Movimento libertà il partito di maggioranza al governo di cui è anche vicepresidente ha deciso di dire stop, «per motivi personali ritiro la mia candidatura».

Secondo i media sloveni Marta Kos ha gettato la spugna dopo che i sondaggi la davano solo al terzo posto, con meno del 12% nella corsa alla successione di Borut Pahor. Troppo distante da Nataša Pirc Musar e Anže Logar ex ministro degli Esteri del precedente governo Janša per sperare di arrivare al ballottaggio. I due si starebbero giocando la vittoria al primo turno in un vero e proprio testa a testa. Al momento la Pirc Musar è accreditata del 28,7, mentre Logar del 25,4 percento. Ovvio che con queste cifre si andrebbe al ballottaggio tra i due contendenti. Per gli altri candidati, il sindaco di Kočevje Vladimir Prebilič , la psicanalista Nina Krajnik , il musicista Gregor Bezenšek Jr. e il rappresentante della Società Antroposofica della Slovenia Leo Trojar solo briciole.

Le presidenziali del 23 ottobre prossimo diventano così il primo vero test politico per Movimento libertà che il 24 aprile scorso ha stravinto le elezioni politiche. Nataša Pirc Musar è sostenuta soprattutto dal centrosinistra classico sloveno e non a caso il giorno dopo la sua candidatura aveva ricevuto il sostegno del primo presidente della Slovenia indipendente, Milan Kučan e di Danilo Turk. Kučan non ha avuto remore nel criticare apertamente un partito che ha il premier e la presidenza del Parlamento correre anche per conquistare la presidenza della Repubblica. Anže Logar iscritto al Partito democratico di Janša , si è presentato in modo autonomo, ben sapendo però di avere alle spalle tutta la macchina elettorale e propagandistica dell’ex premier che nei confronti del suo successore ha un masso da togliersi dalla scarpa. Ora Robert Golob è in difficoltà. Lo si capisce dalle prime dichiarazioni dopo la rinuncia di Kos: il premier ha dichiarato di aver deciso di convocare il consiglio del partito entro 14 giorni per quanto riguarda gli ulteriori passi del Movimento per la libertà nella campagna presidenziale. «Fino ad allora non prenderemo decisioni né commenteremo i candidati rimanenti e altre questioni», ha detto Golob. «Kos era la nostra candidata e sarebbe stata il miglior presidente. Pertanto non presenteremo un nuovo candidato del Movimento libertà. La discussione tra 14 giorni si svolgerà nella direzione di quale strategia attuare per rafforzare l'ambiente del centro democratico».

Golob dovrebbe cercare di non frammentare i voti del centrosinistra e sicuramente punterà su Pirc Musar pur di non vedere Logar vincere al primo turno. E le sorti del ballottaggio, se i distacchi tra i due contendenti dovessero essere minimi, diventerebbero una vera lotteria. Il rischio è che i fedelissimi di Janša, e parliamo della Slovenia rurale e dei piccoli centri, potrebbero vincere l’apatia un po’ cafona delle grandi città, i cui abitanti potrebbero decidere che non vale la pena recarsi ai seggi per una carica che di poteri, invero, ne ha assai pochi. Meglio magari, quella domenica, una gita fuori porta. —

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