Pestaggi a Rovigno. Dopo le denunce la Croazia accende un faro sulla Procura istriana
A dieci giorni dalla lettera pubblica inviata da un noto avvocato padre di una delle vittime, arriva a Pola un team di esperti

La giustizia croata procede con i piedi di piombo nel caso relativo al brutale pestaggio di alcuni clienti dello Swinger club Anaconda di Rovigno. Uno dei malcapitati è un cittadino italiano di 61 anni, che per le gravi ferite riportate lo scorso luglio è dovuto ricorrere a una operazione chirurgica alla testa. L'altro è Bruno Plišo, trent’anni, finito all'ospedale la notte del 2 settembre scorso con tre costole rotte, il setto nasale e più denti fratturati, nonché derubato del Rolex del valore di 15.000 euro e di due catenine d'oro di 3.500 euro. Tutto documentato dai verbali della polizia e dai referti medici.
Dieci giorni dopo l'ultimo pestaggio, il Procuratore capo dello Stato Zlata Hrvoj Sipek ha inviato a Pola un team di esperti per verificare l'operato della Procura regionale, accogliendo così la richiesta del noto avvocato Miroslav Plišo di Zagabria, proprietario della lussuosa Stanzia Meneghetti di Valle e - quel che più conta in questo caso - padre di Bruno Plišo. All'indomani del pestaggio del figlio, Miroslav Plišo si era esposto pubblicamente inviando una lettera alle massime cariche dello Stato e appunto alla Procura: nella missiva manifestava forte disappunto per il fatto che gli otto buttafuori presunti autori del pestaggio di suo figlio fossero stati rimessi in libertà subito dopo l'interrogatorio. «Tutti gli esperti da me interpellati - così le ultime dichiarazioni dell'avvocato alla stampa nazionale - sono concordi nel fatto che per casi del genere le persone sospettate debbano venir rinchiuse e isolate per almeno 30 giorni. Per tre semplici motivi: il pericolo che possano influenzare i testimoni, cosa purtroppo già avvenuta, la reiterazione di reato e il pericolo di fuga. Io mi batto perché giustizia sia fatta non solo per mio figlio - prosegue ancora l’avvocato - ma per tutte le vittime dei pestaggi nello stesso club. Se la giustizia fosse intervenuta nella dovuta maniera la prima volta, certi episodi non si sarebbero ripetuti. E mentre i testimoni sono oggetto di minacce, io devo provvedere a spese mie alla protezione della mia famiglia, compito questo che dovrebbe spettare alla polizia».
A dire il vero non tutti i buttafuori sono in libertà: nei giorni scorsi sono stati fermati la proprietaria del club e un buttafuori 56.enne, sembra però anche in relazione al pestaggio del cittadino italiano citato. Ora l'invio a Pola del team di esperti della Procura di Stato viene motivato dalla necessità di fare chiarezza non solo sui casi citati ma anche su altre vicende non precisate, sulle quali la Procura regionale sarebbe intervenuta in maniera tutt'altro che esemplare. Intanto il club Anaconda rimane chiuso, ufficialmente per ferie.
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