Per il futuro della centrale nucleare slovena, Golob riunisce gli esperti: «Referendum su Krško2»

È iniziata la “storia” del secondo impianto nucleare a Krško, meglio noto come Krško2 (JeK2 in sloveno). Si è riunita infatti alla presenza del primo ministro Robert Golob la commissione di esperti chiamati a studiare le soluzioni migliori per abbreviare la costruzione del nuovo reattore semplificando anche le leggi a tutt’oggi alquanto farragginose e lunghe per i tempi.
Golob ha affermato, dopo la sessione costitutiva, che l’energia è uno dei principali settori in cui la decarbonizzazione deve essere effettuata il prima possibile. «La Slovenia sta facendo i primi passi in questo settore, il primo passo è stato l'adozione di una legge per un più rapido impiego delle fonti energetiche rinnovabili, in particolare l'energia solare ed eolica. Il prossimo passo è che anche la Slovenia, in quanto Paese nucleare, adotti anche la tecnologia nucleare con nuovi impianti».
Danijel Levičar, che a luglio il governo ha nominato segretario di Stato speciale nel gabinetto del primo ministro per coordinare il progetto, ha detto che secondo la valutazione dell'investitore, Gen Energy JeK 2 sarà collegata alla rete nel 2038. «In ogni caso, quest'anno 2038 è molto lontano. Gli obiettivi del gruppo di lavoro e dell'investitore sono più a breve termine, come portare il progetto alla decisione finale di investimento, prevista per il 2027-2028», ha spiegato. «All'inizio abbiamo parlato anche di investitori esteri, interessati, e del valore complessivo del progetto, che supererà i 10 miliardi. Nel frattempo cambiavano anche le capacità dei reattori, e si parlava della possibilità di costruire reattori ancora più potenti», ha affermato e ha aggiunto che l'interesse per il coinvestimento è mostrato dai Paesi vicini o dai loro produttori di elettricità, ma attualmente, secondo lui, non siamo ancora nella fase di scelta dei coinvestitori, quindi per il momento si tratta ancora di un progetto sloveno. Solo quando verrà presa la decisione sull'investimento si saprà quale sarà il suo valore e chi vi parteciperà, ha precisato Levičar.
Uno degli ostacoli che dovranno essere superati sulla strada per la realizzazione del progetto potrebbe essere l'opposizione dell'Austria. Ciò è stato dimostrato di nuovo alla fine della scorsa settimana. Ma la legislazione europea prevede che ogni membro dell'Ue prenda decisioni sovrane sul proprio mix energetico: la Slovenia ha 40 anni di esperienza positiva nell'uso dell'energia nucleare e molte conoscenze in questo campo, e Vienna - secondo Levičar - non può impedire il proseguimento del progetto sul nucleare. Ai paesi confinanti - è stato aggiunto - verrà chiesto di partecipare alle procedure di ubicazione e alla valutazione degli impatti ambientali transfrontalieri. Infine, secondo il premier Golob, lo scopo del gruppo di lavoro è molto semplice, vale a dire preparare tutte le basi, comprese le basi legali, in modo che gli elettori possano decidere in un referendum se la Slovenia costruirà una nuova unità nucleare.
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