Contenimento degli orsi: la Slovenia abbatterà 206 esemplari in un anno

Il ministero stima la presenza di quasi mille plantigradi nei boschi del paese. Parte il via libera alla caccia fra le proteste delle organizzazioni animaliste

Stefano Giantin
Un esemplare di orso in Slovenia
Un esemplare di orso in Slovenia

Normale e necessario controllo dei numeri. Una mattanza eccessiva, che andrà a colpire soprattutto gli esemplari più piccoli. Sono le due campane che risuonano discordi, in Slovenia, a proposito di un tema sempre delicato e spesso divisivo. È quello dell’abbattimento di una quota significativa di orsi bruni che vivono sui monti e tra le foreste slovene, mossa decisa per mantenere a livelli sostenibili la popolazione di plantigradi nel paese.

L’abbattimento, fino al luglio del prossimo anno, riguarderà 206 orsi bruni (rispetto ai 176 del 2024): lo ha deciso il ministero sloveno per le Risorse naturali, come rivelato dalle organizzazioni non governative Alpe Adria Green e AniMa – Animals Matter, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa slovena Sta.

I numeri definiti dal dicastero a Lubiana sarebbero giustificati dalla dimensione del fenomeno. Secondo un monitoraggio del 2023, infatti, in Slovenia vivono tra i 695 e i 797 orsi bruni, mentre il ministero delle Risorse naturali ha rivisto al rialzo – e di molto – la densità della popolazione di plantigradi, che avrebbero raggiunto questa primavera addirittura la cifra di 954.

Il ministero competente scrive in un comunicato che gli abbattimenti sono un passo doloroso, ma obbligato, perché «le aree popolate da orsi in Slovenia non stanno diminuendo e non diminuiranno in futuro senza la rimozione pianificata» dalle autorità.

Inoltre, «il Servizio forestale sloveno (Zgs) ha stabilito che la rimozione di 206 esemplari non influenzerà lo status favorevole di conservazione» della specie «perché non eccede il tasso di crescita della popolazione» degli orsi. Da qui il via libera alla “caccia” all’orso, che vedrà il suo apice il prossimo autunno, quando viene previsto che si concentrerà il 60% degli abbattimenti programmati.

Il piano di eliminazione, è stato precisato, riguarderà fino al 70% degli esemplari fino a 100 chilogrammi, il 20% di quelli tra i 100 e 150 chilogrammi e il 10% di quelli sopra i 150 chilogrammi: numeri determinati sulla base dei suggerimenti del Zgs per mantenere una struttura stabile della popolazione dal punto di vista del sesso e dell’età.

Le organizzazioni che hanno reso pubblico il piano – Alpe Adria Green e AniMa – hanno sostenuto che ci sarebbero molti lati oscuri e criticabili. Sotto la lente, in particolare, è finito il fatto che il 70% degli abbattimenti riguarderà esemplari sotto i cento chilogrammi, dunque «la popolazione più giovane, inclusi i cuccioli nati quest’anno», hanno denunciato gli attivisti.

Non è finita. Alpe Adria Green ha ricordato anche l’esistenza di stime alternative sulla popolazione degli orsi bruni, che parlerebbero di una quantificazione di 665 esemplari, ben al di sotto dei numeri evocati dal governo. Dunque, con 206 abbattimenti previsti si parla «di una perdita del 31% dell’intera popolazione e anche se si prendono in considerazione stime più ampie si fa riferimento a un -22%». Da qui la richiesta di uno «stop immediato» degli abbattimenti e una critica più generale a una pratica «non fondata scientificamente, insostenibile e controversa».

Allo stesso tempo, però, l’orso è ormai sempre più di casa in Slovenia. Secondo stime dell’Associazione dei cacciatori, la popolazione dei plantigradi sarebbe aumentata «in maniera lineare», ossia circa del 25%, dal 2015 al 2023, con una crescita più sostenuta nella regione di Zasavje, mentre nell’Ovest del Paese si è registrata una stasi.

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