Nessuno vuole l’ex nave di Tito: deserta la gara di concessione a Fiume

In ballo gli spazi interni da adibire a ristorante e ostello. Il sindaco: avanti col progetto di trasformazione in museo
Andrea Marsanich

FIUME. Nessuno vuole occuparsi della nave che fu di Josip Broz Tito. Il Galeb, l’ex bananiera costruita in Italia e che per tanto tempo fu il buen retiro galleggiante del dittatore jugoslavo, è stata restaurata in anni e anni di lavoro, con costi che sono andati lievitando di mese in mese. Ma ora il proprietario dello scafo, ovvero la Città di Fiume, non riscontra il benché minimo interesse per l'affitto di quelli che dovrebbero essere gli spazi commerciali della nave.

Il bando di gara indetto dall’amministrazione si è rivelato un flop: nessuno si è fatto avanti per prendersi in locazione i 993 metri quadrati dello scafo destinati a ospitare ristorante, terrazzo e ostello. Gara fallita insomma, benché il bando fosse stato aperto lo scorso 10 luglio e prorogato al 28 agosto nella speranza di trovare qualche interlocutore. Ma nonostante la proroga e il tiepido interesse manifestato da un paio di potenziali investitori, nessuno alla fine si è presentato. L’affittuario, secondo le regole della gara, avrebbe dovuto versare un affitto mensile di 10 mila e 943 euro (11,02 euro il metro quadrato). Inoltre l'importo della cauzione per partecipare all'asta era stato abbassato da 44.094 a 41.036 euro.

«Ora dovremo analizzare con attenzione e serenità i motivi di questa situazione - ha dichiarato il sindaco fiumano, Marko Filipović – e non appena trarremo le conclusioni adotteremo le misure necessarie per dare luogo a una nuova gara. Fino a quel momento continueremo a impegnarci nella buona riuscita del progetto di riutilizzo della nave, che sarà trasformata in museo, con una serie contenuti ristorativi e ricettivi».

Resta il fatto che il futuro locatario, come ha ribadito lo stesso sindaco, avrà l’obbligo di ristrutturare a proprie spese i 993 metri quadrati a disposizione da trasformare in ristorante, terrazzo e ostello. Investimenti in cambio dei quali l'affittuario stesso sarà dispensato dal pagamento dell'affitto per cinque anni. Il contratto di concessione dei vani è previsto di durata decennale, mentre il locatario avrà tempo fino al 10 maggio 2024 per mettere a posto gli ambienti affidatigli e ottenere i relativi permessi. Tutti termini - cosa scontata dopo l’insuccesso dell’operazione - destinati ora a essere posticipati.

Per l’amministrazione comunale di Fiume si tratta di un brutto colpo, che va ad aggiungersi ai ritardi (causati in primis dalla pandemia) che si sono andati registrando nei lavori di restauro del Galeb. La nave avrebbe dovuto essere completata e pronta a ospitare visitatori ed esposizioni nel 2020, anno in cui Fiume era stata designata quale Capitale europea della Cultura. Non è andata così, i costi si sono gonfiati per una serie di imprevisti e infine l'operazione è venuta a costare intorno ai 15 milioni di euro, una cifra finita nel mirino delle opposizioni ma anche dell’opinione pubblica. Stazionato nel cantiere navale di Portore' (Kraljevica), il Galeb – appena possibile – sarà ormeggiato nella parte interna della diga frangiflutti fiumana, il Molo longo, nei pressi delle due antiche gru.

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