La Serbia svela i nuovi armamenti. E sfilano mezzi acquistati da cinesi, russi e arabi

La grande parata a Belgrado dopo quella del 2014: allora jeep e carri obsoleti, oggi mezzi moderni

Stefano Giantin
Carri armati e saluti militari in uno dei momenti della grande parata militare tenutasi sabato a Belgrado
Carri armati e saluti militari in uno dei momenti della grande parata militare tenutasi sabato a Belgrado

La Serbia del presidente Aleksandar Vučić mostra i muscoli ed esibisce gli ultimi acquisti fatti presso gli amici russi, cinesi e arabi, attraverso una parata militare senza precedenti, a Belgrado.

Ad assistervi, un numero imponente di spettatori, molti arrivati in pullman dalla provincia profonda. Ma l’onda lunga delle proteste si fa sentire, con la polizia in tenuta antisommossa spedita a impedire a studenti e “indignados”, scesi in piazza anche sabato seppur con numeri ridotti, di avvicinarsi all’area della sfilata.

Sono le scene osservate sabato nella capitale serba in occasione di “Snaga jedinstva” (Forza dell’unità), la mega-parata militare voluta dalle autorità al potere per celebrare la “Giornata dell’unità serba, della libertà e della bandiera”, che cadeva il 15 settembre. È stata l’occasione per dimostrare, all’opinione pubblica interna ma anche all’estero, la misura della modernizzazione delle forze armate del paese balcanico. E così, sabato non si sono visti sfilare, come nella precedente parata del 2014, jeep degne di un museo, vecchi camion e obsoleti carri armati, ma armamenti e mezzi militari spesso ultramoderni, preceduti da migliaia di soldati e membri delle forze speciali e delle unità d’élite dell’esercito serbo.

«Venite a vedere cosa abbiamo costruito insieme», l’appello lanciato alla cittadinanza da Vučić, che ha assicurato che la Serbia «vuole la pace, ma difende il territorio».

Chi ha deciso di accogliere l’invito ha potuto osservare, tra l’altro, non solo i blindati Miloš, Lazar 3 e gli Hummer in dotazione all’esercito di Belgrado, ma anche i sistemi di difesa anti-aerea “made in China” Fk-3 e Pvd Hq-17A, unici apparati cinesi del genere in dotazione a un esercito europeo. A essere esibiti sono stati anche i droni kamikaze Lm Shadow 25 e 50, prodotti dalla compagnia Edge group defense negli Emirati Arabi. E ancora i grandi droni Elbit Hermes 900 e i lanciamissili Pulse, questi ultimi con un raggio d’azione di 300 chilometri e prodotti in Israele, conferma della stretta cooperazione militare tra Tel Aviv e Belgrado. E anche Mosca può essere compiaciuta, dato che è stato esposto per la prima volta il sistema per la guerra elettronica “Krasukha”, prodotto in Russia.

Sulla “passerella”, il grande boulevard davanti all’imponente Palata Srbije, hanno poi sfilato tank e sistemi di artiglieria. Subito dopo, il passaggio in volo dei Mig-29 (in attesa del perfezionamento dell’acquisto miliardario dei ben più moderni caccia Rafale di fabbricazione francese), seguiti da altri aerei militari e da trasporto e da elicotteri.

Sul palco, tra gli altri, il deposto presidente serbo-bosniaco Milorad Dodik e il presidente degli Emirati, Mohammed bin Zayed, ma pure la star di Hollywood con passaporto serbo Steven Seagal.

La protesta

Gli spettatori si sono invece persi una protesta organizzata da studenti e cittadini. Ma noi «non siamo contro la parata, bensì contro l’uso propagandistico» che se ne fa e la forzatura di servirsene per «intimorire» chi protesta, assicura Nikola, uno studente. «Ma non ci riusciranno, ci riprenderemo anche con l’esercito», aggiunge, mentre la gente dietro urla «esercito, esercito» e «studenti, studenti». «Appoggio l’esercito, che è di tutto il popolo, la parata è solo propaganda per dimostrare al suo elettorato che Vučić è forte», fa eco Mirijana Podolsak, pensionata. Poi si mettono in marcia per esprimere sostegno ai soldati, ma la polizia circonda i manifestanti. E li costringe all’angolo, per ore. —

 

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