Lubiana ricusa il nuovo ambasciatore serbo

LUBIANA. Pesante crisi diplomatica tra Slovenia e Serbia. Lubiana, infatti, non ha accettato le credenziali del nuovo ambasciatore Zoran Đorđević nominato dal presidente serbo Aleksandar Vučić quale rappresentante diplomatico nella capitale slovena.
Non è possibile ottenere informazioni ufficiali sulla concessione dell'agreement per Đorđevič. Il ministero degli Affari esteri ed europei «non si pronuncia sulle procedure per stipulare accordi con i capi delle missioni diplomatiche in Slovenia», scrive l’autorevole quotidiano di Lubiana Delo. In linea di principio, nella diplomazia slovena, la concessione dell'agreement avviene dopo sei-otto settimane dalla richiesta, a meno che ovviamente non vi siano riserve sulla sua concessione. Lo stabiliscono le istituzioni competenti, dal ministero degli Affari Esteri, alla polizia, alle autorità giudiziarie fino al Servizio sloveno di intelligence e sicurezza. Uno di questi interlocutori ha espresso una riserva formale nei confronti di Đorđević.
Secondo l’articolo 4 della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, il paese ricevente, cioè la Slovenia, non è obbligato a spiegare al Paese inviante i motivi del rifiuto del consenso. Nella prassi diplomatica consolidata si considera rifiuto del candidato il caso in cui il Paese non raggiunga un accordo entro novanta giorni dalla richiesta. Trascorsi tre mesi, il Paese ospitante considera il candidato ambasciatore una persona indesiderabile. Tre mesi dalla richiesta sono trascorsi due settimane fa, l'8 novembre per l'esattezza.
Zoran Đorđević, funzionario del Partito progressista serbo al governo, è da due anni direttore ad interim delle Poste della Serbia, e ieri i suoi dipendenti hanno ripreso a lavorare dopo uno sciopero durato quasi un mese che chiedeva un aumento salariale del 30%. In precedenza, Đorđević è stato ministro del Lavoro, dell'occupazione, dei veterani e degli affari sociali, ministro della difesa per tre anni, rappresentante della Serbia presso la Nato per sei anni e allo stesso tempo direttore nazionale degli armamenti, che partecipa a tutte le decisioni sugli armamenti, tra cui l’adozione degli standard Nato degli stessi, l’approvazione delle licenze per l’importazione e l’esportazione di armi e munizioni, che è un ruolo importante data la forte industria della difesa in Serbia.
Il presidente della Serbia, Aleksandar Vučić, ha dichiarato che la Serbia risponderà quando riceverà le ragioni ufficiali per cui la Slovenia non ha concesso l'accordo al candidato serbo come ambasciatore, riferisce l'agenzia stampa serba Tanjug. Vučić ha aggiunto che alcuni servizi di sicurezza gli hanno riferito che l'imprenditore serbo Dragan Šolak, il quale, attraverso il gruppo United, possiede anche il portale N1 e l'operatore Telemach, avrebbe influenza sui decisori in Slovenia. «Mi sembra impossibile che un magnate possa influenzare politicamente i decisori politici seri. Forse c'è un'altra ragione», ha aggiunto Vučić a margine della visita all'aeroporto militare di Batajnica. Vučić non tira in ballo l’imprenditore serbo Šolak a caso.
Questi, infatti, è l’editore, del portale N1 la quale il 13 maggio del 2023 ha riferito di indagini su un accordo in periodo pre elettorale tra il presidente serbo Vučić e l’ex premier sloveno Janez Janša per raccogliere informazioni potenzialmente dannose sui propri oppositori attraverso i rispettivi uffici antiriciclaggio. Janša ha negato le accuse di un accordo con Vučić. Il ministro degli Esteri serbo Ivica Dačić ha confermato che la Serbia non ha ricevuto risposta da Lubiana sull'accordo per Đorđević.
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