L’appello degli esperti a difesa della posidonia: «La spiaggia dalmata di Sakarun rischia di scomparire»

Uno dei luoghi più suggestivi della Dalmazia è sotto osservazione. Bacic: «Rimuovendo le alghe per compiacere i turisti si perde sabbia»

Andrea Marsanich
Una veduta dall’alto di sakarun, molto amata dai turisti italiani
Una veduta dall’alto di sakarun, molto amata dai turisti italiani

FIUME Una tra le più popolari spiagge sabbiose dell’Adriatico orientale, quella di Sakarun, nell’Isola Lunga (Dugi otok), in Dalmazia, sta andando incontro a un preoccupante processo di erosione che potrebbe in un futuro non lontano stravolgere il suo splendido aspetto. Il motivo? Gli interessi del settore turistico, che portano le autorità a rimuovere decine di metri cubi di banquettes, i cumuli di posidonia oceanica, pianta marina endemica nel Mediterraneo e d’importanza fondamentale per la salute del mare e dei suoi abitanti.

Gli accumuli dovuti alla defogliazione, con le foglie che vengono depositate sulle spiagge in seguito alle mareggiate, non piacciono ai vacanzieri e dunque vengono portati via, danneggiando in modo grave l’arenile. Infatti le banquettes contengono intrappolate grandi quantità di sabbia e la loro rimozione provoca anche a Sakarun un’erosione dalle conseguenze disastrose.

È quanto ribadito a Zara alla conferenza dedicata alla tutela di questa spiaggia ben nota ai diportisti del Nord Est italiano, appuntamento promosso dalla Società croata di Geografia, sezione di Zara e dal Dipartimento di geografia dell’Ateneo zaratino, che ha visto quale relatrice la biologa zaratina Morana Bacic, che opera in seno a Natura Jadera, l’istituto pubblico chiamato a gestire il patrimonio naturale della Regione zaratino-dalmata.

Nel corso dell’evento sono stati illustrati i risultati delle ricerche geomorfologiche a Sakarun, che hanno evidenziato i danni causati dal portare via le banquettes per soddisfare le esigenze dei bagnanti, trend che sta facendo scomparire la sabbia a Sakarun.

«Non è un’esagerazione - ha riferito l’esperta - ma ormai la sabbia sia sta ritirando sempre più verso le profondità del mare. Per i turisti, le banquettes sono null’altro che immondizia, da eliminare quanto prima. Ma facendo così Sakarun morirà e con essa il turismo in quest’area della Dalmazia. Bisogna fermare quanto prima questo comportamento. Disponiamo di dati precisi e documentabili, in base ai quali ogni metro cubo di accumulo di posidonia contiene in media fino a 65 chili di sabbia. Quando sono le ruspe ad entrare in azione, pulendo la spiaggia da questi che vengono definiti detriti, si rischia di distruggere inesorabilmente l’arenile. Abbiamo concluso che annualmente a Sakarun si depositano circa 14 metri cubi di spiaggia, mentre se ne gettano via circa 37. A voi le conclusioni».

Per Bacic bisogna quanto prima smetterla con le operazioni di pulizia delle banquettes, a prescindere dalle proteste che arriveranno dal ramo turistico. Se non faremo così, ha aggiunto, perderemo Sakarun per sempre.

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