La Slovenia risarcisce la Chiesa per i boschi nazionalizzati da Tito

LUBIANA Il Fondo per i terreni agricoli e le foreste ha trasferito 5.016.714 euro all'arcidiocesi di Lubiana. Con ciò ha finalmente saldato il debito per la richiesta di risarcimento della denazionalizzazione, riferita a parte dei boschi e in parte ad altri terreni nella zona di Pokljuka e Mozirje. Questa sola richiesta di risarcimento è costata allo Stato (escluse le spese processuali) la cifra record di 22,6 milioni di euro. Finora il risarcimento più elevato per un singolo contenzioso pagato dal fondo all'Arcidiocesi di Lubiana. I boschi sloveni, infatti, alla caduta della Jugoslavia sono passati fra le proprietà dello Stato sloveno: nel periodo pre-titino erano di proprietà della Chiesa (gran parte non tutti ovviamente) e furono statalizzati proprio dal regime del Maresciallo. L’indennizzo per tale “esproprio proletario” è stato sancito in Slovenia con la legge del 7 dicembre 1991 e perciò si parla di de-nazionalizzazione (nel passaggio dalla Jugoslavia alla Slovenia).
La lunga battaglia giuridica che oppone la Chiesa cattolica slovena allo Stato è dunque giunta al suo epilogo. Relativamente alla denazionalizzazione dei boschi di Pokljuka e Mozirje l’Alta corte della Slovenia (Cassazione in Italia), ha condannato lo Stato a versare all’arcidiocesi di Lubiana 22 milioni di euro entro 15 giorni dalla pubblicazione della sentenza. Di questi 13,3 milioni costituiscono il risarcimento, il resto sono gli interessi di mora maturati nel corso di un procedimento giudiziario durato 27 anni. Ma la Chiesa ha subito avviato un’altra causa relativa al risarcimento dovuto per il periodo dall’entrata in vigore della legge sulla denazionalizzazione (7 dicembre 1991) e la restituzione della proprietà boschiva in quanto, rispetto a quanto calcolato nell’agosto del 2010 all’avvio del procedimento, vi è stato un più elevato taglio di legname.
Tutto si è concluso con una transazione legale tra le parti e così a luglio 2019 e poi di nuovo a novembre dello scorso anno, il fondo ha trasferito 17,6 milioni di euro alla Chiesa, e infine ora altri 5 milioni. Questa sola richiesta di risarcimento per la denazionalizzazione è costata dunque al fondo 22.602.873,22 euro. Ma sarebbe costata ancor di più se l'arcidiocesi non avesse proposto un'offerta di transazione. Nella transazione giudiziaria, hanno concordato, tra l'altro, che ciascuna parte in causa avrebbe pagato le proprie spese processuali. La beneficiaria della denazionalizzazione è sicuramente soddisfatta di un simile esito, perché alla fine ha ricevuto quasi 9,2 milioni di euro in più rispetto a quanto aveva chiesto cinque anni fa. Le cifre, sulla carta, spettanti all’arcidiocesi di Lubiana erano plurimilionarie e così iniziò una lunghissima controversia legale durata fino a 27 anni per ottenere quanto le spettava di diritto. Dal fondo agricolo, ha spiegato il quotidiano Dnevnik di Lubiana, finora sono stati restituiti ai beneficiari della denazionalizzazione 163.638 ettari di terreno, di cui 53.879 ettari di terreno agricolo, 94.870 ettari di bosco, 10 ettari di terreno acquifero e 14.857 ettari di terreno arido. A oggi il fondo ha in carico cinque denazionalizzazioni per restituzione di terreni sostitutivi e una ventina di denunce di restituzione in natura. Dal 2003 il fondo ha inoltre erogato quasi 68 milioni di danni, interessi di mora e spese legali ai beneficiari della denazionalizzazione causa lunghe procedure legali, di cui oltre 50 milioni sono finiti nelle casse della sola Arcidiocesi di Lubiana che ha ancora 9 ricorsi pendenti per un valore complessivo sugli 8 milioni di euro.
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