Istria, scoperti i resti di un molo romano nel mare di Barbariga

Secondo gli esperti l’imponente struttura portuale fu costruita al servizio di un oleificio che contava venti presse
Valmer Cusma
Al lavoro sui resti del molo Foto Museo archeologico dell’Istria - Morski.hr
Al lavoro sui resti del molo Foto Museo archeologico dell’Istria - Morski.hr

POLA I recentissimi ritrovamenti archeologici subacquei a Barbariga, nel sud dell'Istria, sono l'ulteriore conferma del fatto che quest’area costiera - incluse le località di Punta Bettica, Santa Fosca e San Michele di Bagnole - racchiude un patrimonio di storia da valorizzare anche ai fini del turismo culturale.

In questo periodo i ricercatori del Museo archeologico dell'Istria, affiancati da alcuni colleghi di Zara, sono al lavoro sui resti di un molo di notevoli dimensioni risalente al periodo romano, precisamente al primo secolo. Si tratta di una struttura portuale lunga 57 metri a forma di L, di larghezza variabile fra i 16 e i 24 metri, realizzata in tre file di blocchi di pietra ognuno delle dimensioni di 3,1 per 2,6 metri.

Ebbene, secondo gli archeologi guidati da Ida Koncani Uhac, il molo era stato costruito al servizio del vicino grande oleificio che disponeva di ben venti presse: finora in Istria non sono stati trovati resti di strutture di dimensioni più importanti di questa. Stando ad alcuni calcoli effettuati dagli esperti, nel torchio venivano macinate le olive prodotte in un'area fra i 240 e i 300 ettari che faceva parte di un possedimento terriero di 900 ettari, con villa padronale dotata di peristilio. Anche in epoca antica insomma il comprensorio era noto per la rilevante produzione di olio d'oliva, che veniva poi imbarcato e trasportato via mare alla destinazione finale. L'ulteriore conferma in questo senso arriva dal ritrovamento in mare di ceramiche, frammenti di vasellame e anfore usati appunto per il trasporto del prodotto. Le anfore venivano prodotte nella zona di Fasana, in una struttura anch'essa datata al primo secolo.

Le ricerche nell'area di Barbariga rientrano nel progetto Istarsko podmorje - Fondali istriani mirato a documentazione, censimento e stesura della mappa delle località di epoca romana. Considerato il ricco patrimonio archeologico della zona, non stupisce poi tanto l'ipotesi, avanzata negli anni Novanta del secolo scorso, che il Tesoro di Seuso, piatti e brocche in argento di epoca romana, provenisse proprio da Barbariga.

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