Istria, la costa tra Sissano e Lisignano invasa da una chiazza oleosa

LISIGNANO. Si può liberamente parlare di catastrofe ecologica per l'inquinamento di alcuni chilometri di costa tra Punta Santo Stefano a Sissano e la Baia di Cuie a Lisignano nel sud dell'Istria, inondata da una chiazza oleosa scusa, presumibilmente mazout. La risposta esatta la darà tra alcuni giorni il laboratorio del Centro di ricerche marine di Rovigno. Campioni del materiale inquinante sono stati prelevati pure dall'Istituto regionale di salute pubblica per verificarne la tossicità per gli organismi marini.
E dato che le operazioni di bonifica andranno avanti molto tempo, si teme, fino agli inizi della primavera prossima, si temono forti ripercussioni sulla stagione turistica 2023. Nella zona ci sono infatti diverse strutture turistiche e numerosi affittacamere privati che aprono il booking già a dicembre: difficilmente qualcuno prenoterà le vacanze estive in un'area dove non si sa se verrà completamente ripulita per la stagione balneare. Danni ingenti immediati per i pescatori di Lisignano che per il momento si vedono bloccare l'attività, senza contare le spese per l'estrazione delle barche dal mare e la pulizia del fondo. L'allarme inquinamento è stato dato domenica mattina dai pescatori del luogo e la Capitaneria di Porto di Pola ha subito informato il Ministero della tutela ambientale. Immediatamente è stato definito un piano di intervento innanzitutto per impedire che la chiazza invadesse la costa rimasta pulita e per rimuovere la chiazza. Purtroppo però il vento di velocità superiore ai 30 chilometri all'ora e le onde alte almeno un metro hanno fatto slittare l'inizio delle operazioni di 24 ore.
Pertanto una decina di dipendenti dell'azienda specializzata in incidenti ecologici marini Dezinsekcija di Fiume fatti intervenire, hanno iniziato il loro lavoro solo ieri mattina. Innanzitutto hanno collocato una barriera galleggiante di oltre 600 metri per impedire l'espansione della chiazza in altre direzioni. E poi è iniziato il recupero della chiazza con il battello spazzamare. Come durata delle operazioni si parla di circa 4 mesi, più o meno quanto c'era voluto nel 2018 fa quando chilometri di costa del Canal d'Arsa erano stati invasi dal mazout fuoriuscito durante le operazioni di rifornimento di un mercantile.
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