Istria, il marito rimase ucciso sul luogo di lavoro: 45 mila euro di risarcimento alla vedova

Valmer Cusma

Un risarcimento di 44.860 euro per i danni psichici e materiali subiti in seguito alla morte del marito in un infortunio sul lavoro dovrà essere versato alla vedova residente a Fontane nel Parentino, dalla società di assicurazioni Adriatic e dall'impresa edile Djusto di Parenzo presso la quale la vittima era occupato come operatore alla ruspa. Lo ha stabilito il Tribunale del lavoro di Zagabria.

L’infortunio mortale era avvenuto nel 2019 nella zona di Pical nel comprensorio parentino, dove le maestranze della Djusto stavano demolendo un vecchio albergo per costruirne uno nuovo, un investimento di 105 milioni di euro, da parte del colosso turistico Valamar Riviera.

In base alla ricostruzione dei fatti da parte del portale Istra24, ad un certo punto sulla ruspa in azione si era abbattuta un'intera struttura del cosiddetto Blocco C dell'albergo, uccidendo l'operatore all'istante. Delle spese del funerale si era fatto carico la sua azienda. La vedova convinta che all'origine della disgrazia ci fossero gravi manchevolezze nell'organizzazione del processo lavorativo non aveva esitato a chiedere il risarcimento danni all'azienda del suo ormai defunto marito, che con l'Adriatic aveva stipulato un contratto d'assicurazione nel caso di infortunio dei dipendenti.

Nel tentativo di evitare di mettere le mani in cassa la Djusto e l'Adriatic avevano avanzato tutta una serie di osservazioni alla causa di risarcimento. Innanzitutto la società di assicurazioni aveva obiettato che il Tribunale di Zagabria non era competente in quanto la polizza era stata firmata a Parenzo. Poi, che al momento dell'infortunio la vittima vittima non indossava il casco e non disponeva del certificato di idoneità sanitaria. Secondo una terza osservazione, la vittima si sarebbe messa a lavorare con la ruspa al Blocco C mentre stando all'ordine impartito dal capo cantiere avrebbero dovuto demolire il Blocco A. A un certo punto tra la Djusto e l'Adriatic si è arrivati al classico scaricabile di responsabilità.

Alla fine però il giudice ha respinto tutte le osservazioni dell’assicurazione e della società edile in quanto ritenute infondate. A proposito del casco, ha detto che l'operatore non è tenuto a indossarlo mentre lavora nella cabina della ruspa.

Riproduzione riservata © il Nord Est