In vendita all’asta per conto dell’Ucraina lo yacht dell’oligarca sequestrato a Fiume

Ceduta agli ucraini l’imbarcazione da 200 milioni di dollari riconducibile a Medvedchuk: la decisione dei giudici croati è la prima del genere

Andrea Marsanich
Il super yacht Royal Romance all’ormeggio (foto da burin.hr)
Il super yacht Royal Romance all’ormeggio (foto da burin.hr)

FIUME In nome del popolo ucraino, per la prima volta. Il mega yacht Royal Romance, per anni ormeggiato nel porto croato di Fiume prescelto quale base di partenza per crociere in Adriatico, e da diversi mesi ubicato a Trogir - Traù, in Dalmazia, sarà venduto all’asta. Un tribunale croato - potrebbe trattarsi del Tribunale regionale di Spalato, ma non ci sono al momento conferme ufficiali - ha stabilito che la proprietà di questa lussuosissima imbarcazione, lunga 92 metri e del valore di circa 200 milioni di dollari, debba essere trasferita all'Agenzia ucraina per il recupero e la gestione dei beni, l’Arma.

A rendere nota la decisione dei giudici croati - come ha riferito il quotidiano britannico Guardian, poi ripreso dalla stampa croata - è stato lo stesso governo di Kiev (mentre proprio ieri i media ucraini festeggiavano l’arresto, e il rilascio su cauzione, da parte del National Crime Agency del Regno Unito di Mikhail Fridman, uno tra i più ricchi oligarchi russi di origine ucraina). Il Royal Romance dunque non apparterrà più a Viktor Medvedchuk, 68 anni, politico e uomo d’affari ucraino grande amico e sostenitore di Vladimir Putin, inserito nella lista dei personaggi sottoposti a sanzioni. Lo yacht andrà appunto alla task force governativa ucraina. Medvedchuk - che peraltro è il padrino della figlia di Putin, Darija - era stato arrestato dalle autorità ucraine lo scorso aprile e in seguito estradato alla Russia con uno scambio di prigionieri.

Già all’inizio dello scorso marzo le autorità croate avevano sequestrato a Fiume l’imbarcazione, che qualche settimana dopo era stata portata nel piccolo cantiere navale di Traù, per una serie di lavori di manutenzione. Ora appunto la resa dei conti: il governo di Kiev ha fatto sapere che la vendita all’asta dello yacht sarà effettuata «per preservarne il valore economico».

Sarebbe questa la prima volta che un bene di un oligarca colpito dalle sanzioni viene ceduto allo Stato ucraino. La stessa agenzia ucraina Arma ha fatto sapere intanto di avere ispezionato tempo fa il Royal Romance, per sincerarsi del valore e delle condizioni dello scafo. Ma c’è di più: il mese scorso a bordo dello yacht è salita per un controllo la polizia croata per conto dell'Fbi. La perquisizione, come ha confermato il giudice e portavoce del Tribunale regionale spalatino Dinko Mešin, è stata effettuata dopo le accuse lanciate dal Dipartimento Usa della Giustizia contro Medvedchuk e la moglie Oksana Marchenko, secondo le quali i due sarebbero coinvolti in una vicenda di presunto riciclaggio di denaro. La scorsa primavera fra l’altro, quando il Royal Romance si era spostato a Traù per la manutenzione, il comandante dello scafo, interpellato dalla stampa croata, aveva dichiarato che l’imbarcazione non apparteneva più da molti mesi Medvedchuk, salvo peraltro trincerarsi dietro il dovere della riservatezza alla richiesta di fare il nome del nuovo proprietario.

Il Royal Romance non è l'unico dei beni riconducibili a oligarchi vicini a Putin congelati in Croazia dall'inizio del conflitto. Tra i vari sequestri ci sono stati quelli di beni mobili e immobili detenuti sulla penisola di Sabbioncello (Peljesac), in Dalmazia, dalla moglie e dalla sorella del miliardario di origini uzbeke Alisher Burkhanovic Usmanov. Nel mirino delle autorità croate è finita poi villa Carolina, nella baia di Cigale, a poca distanza da Lussinpiccolo: il sequestro è avvenuto ai danni del magnate del petrolio Nikolay Petrovich Tokarev, direttore esecutivo del gigante energetico russo Transnjeft.

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