In Croazia è scoppiata l’euromania, corsa al cambio della vecchia kuna

ZAGABRIA. In Croazia è già esplosa la “euromania”. A poco meno di due mesi dall’adozione della valuta europea (1° gennaio 2023) nel Paese si è scatenata una vera e proprio febbre da euro. Nell’ultimo periodo di quest’anno, infatti, i cambi valute hanno avuto una grandissima mole di operazioni dalle kune all’euro.
In un ufficio di cambio a Zagabria, dicono che vengono da loro persone di tutte le età, coloro che hanno bisogno di euro per viaggiare, gli anziani che cambiano le loro piccole riserve di kune e non vogliono trattare con le banche, disinformati, ma anche più che ben informate persone che portano un importo leggermente inferiore alla somma che deve essere segnalata all'Ufficio per la prevenzione del riciclaggio di denaro. Non tutti di questi saranno per forza criminali. La maggior parte sono persone che non vogliono che nessuno ficchi il naso nei propri affari, né le banche, né tantomeno il fisco.
«Lo scambio della kuna con l'euro sarà più favorevole per i cittadini dal 1 gennaio 2023 di quanto non lo sia oggi - sottolinea Vedran Šošić , capo economista della Banca centrale di Croazia - che esorta i cittadini, per evitare di pagare la commissione, a depositare la kuna sui propri conti in banca, perché a partire dal 1 gennaio 2023, la kuna verrà automaticamente convertita in euro a un tasso di conversione fisso (quello stabilito dalla Banca centrale europea per cui ci vorranno 7 kune per fare 1 euro ndr.) e gratuito».
Nella seconda metà del 2021 le banche hanno venduto ai cittadini un miliardo e 550 milioni di euro, come negli anni prima della pandemia, mentre nei primi dieci mesi di quest'anno hanno venduto 3 miliardi e 338 milioni di euro. Tuttavia, le banche hanno acquistato dai cittadini anche valuta estera per 5,5 miliardi di euro. Gli uffici di cambio, invece, nei primi nove mesi del 2022 hanno venduto circa 950 milioni di euro, e nello stesso periodo dello scorso anno circa 660 milioni di euro. Anche franchi e dollari sono stati acquistati in modo consistente.
La Croazia ha poco più di mille uffici di cambio, con diverse migliaia di filiali, che stanno vivendo i loro ultimi giorni d'oro perché il loro volume di lavoro diminuirà dell'80% da gennaio, tale è la quota dell'euro nelle loro attività di cambio. E dal nuovo anno, gli uffici di cambio faranno affari solo con dollari, franchi, sterline, fiorini e altre valute non europee, ma non potranno cambiare la kuna in euro. L'attività di cambio è stata per lo più redditizia durante la stagione turistica, perché in riva al mare, i cambiavalute addebitavano commissioni significativamente più elevate di quelle addebitate a Zagabria e in altre città più grandi.
Negli anni precedenti gli uffici di cambio movimentavano ogni anno circa 2,5 miliardi di euro in kune, ma vendevano anche circa un miliardo di euro ai cittadini. L'associazione di categoria stima che otto uffici di cambio valuta su dieci chiuderanno, cioè si riorienteranno verso qualche altra attività, in un settore che impiega a oggi diecimila lavoratori. Le banche hanno anche guadagnato bene dalle operazioni di cambio. Un tempo la Banca centrale di Croazia stimava che i cittadini croati pagassero dallo 0,1 allo 0,3% del Pil croato in commissioni di cambio, cioè da 450 milioni a 1,3 miliardi di kune l'anno.
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