Pahor contro Pirc Musar: in Slovenia lite presidenziale su Gaza

L’ex Capo dello Stato critica la collega in carica per la dura condanna di Israele: «Reazione sproporzionata ma non è genocidio. È andata oltre, io non l’avrei fatto»

Stefano Giantin
Il primo incontro fra la neoeletta presidente della Repubblica Nataša Pirc Musar e il presidente uscente Borut Pahor in una foto del 2022
Il primo incontro fra la neoeletta presidente della Repubblica Nataša Pirc Musar e il presidente uscente Borut Pahor in una foto del 2022

La presidente in carica, Nataša Pirc Musar, secondo i sondaggi di gran lunga la leader più popolare e stimata in Slovenia, si è esposta pubblicamente, parlando in maniera esplicita di genocidio a Gaza in un discorso al cospetto degli eurodeputati. Il suo predecessore, Borut Pahor, figura altrettanto rispettata e appartenente a sua volta al centrosinistra sloveno, non la pensa allo stesso modo. E sceglie di accendere il dibattito, sostenendo la tesi opposta e scatenando aspre critiche.

Discussione e tesi riguardano la tragedia di Gaza, un tema politico caldissimo in Slovenia. La presidente Pirc Musar, in un intervento al Parlamento europeo e poi sui social, ha di recente dichiarato che a Gaza è in atto «un genocidio».

Interpellato dalla televisione pubblica di Lubiana a proposito della situazione nella Striscia, Pahor ha invece specificato di «non considerare quello che sta accadendo a Gaza un genocidio».

Pahor si è quindi concentrato sulle parole di Pirc Musar, sottolineando che la presidente «ha detto qualcosa che non era scritto nel suo discorso», inserito delle frasi «che sentiva» di dire, «ma io non l’avrei fatto». Di certo, ha continuato Pahor, «tutti siamo scioccati dalle misure sproporzionate adottate dal governo di Israele per fare i conti con Hamas, ma non dobbiamo dimenticare che Hamas continua a tenere ostaggi israeliani» in suopossesso. E per questo «il popolo palestinese sta pagando un prezzo orribile e sproporzionato». Di certo, ha precisato Pahor, Tel Aviv ha messo in atto azioni condannabili e su questo indaga la giustizia internazionale. Pirc Musar tuttavia «è andata molto oltre, sostenendo che si tratta di genocidio, io non sarei andato così lontano», ha chiosato l’ex presidente.

Le parole dell’ex presidente non sono piaciute a molti. «Non ci sono più dubbi che un genocidio stia avvenendo a Gaza», ha risposto a Pahor la ministra slovena della Cultura e leader del partito Levica (Sinistra, al governo), Asta Vrečko. E «nessun artificio retorico può giustificare gli orribili crimini» commessi a Gaza. Ma «per fortuna la Slovenia sta dalla parte giusta della storia», un riferimento al riconoscimento della Palestina e alle posizioni politiche delle massime autorità di Lubiana, ha continuato Vrečko. Prima di entrare a gamba tesa contro Pahor: «La storia giudicherà anche le sue parole».

Ancora più dura la presidente del Parlamento sloveno, Urška Klakočar Zupančič. «Credo che vi piacciate quando vi guardate allo specchio», un malizioso riferimento alla passione social di Pahor, ma «la storia non vi giudicherà dall’aspetto». Critiche a Pahor sono arrivate anche dal Movimento Libertà del premier Robert Golob. E persino dai ranghi dei socialdemocratici, partito di cui Pahor è stato leader per quindici anni. —

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