In banchina a Fiume nel cantiere Viktor Lenac arriva la nave lanciamissili “USS Normandy”

Sosta tecnica per l’incrociatore di stanza nel Mediterraneo. È la quarta unità militare statunitense accolta dall’inizio dell’anno

Andrea Marsanich

FIUME. Viktor Lenac: Yes we can. Il cantiere di riparazioni navali posizionato nell’insenatura di San Martino di Liburnia (in croato Martinšcica), poco a est di Fiume, e attivo dall’ormai lontanissimo 1896, ha ottenuto l’ennesima commessa statunitense.

Nello stabilimento è giunto nei giorni scorsi l’incrociatore lanciamissili USS Normandy, inserito nella VI Flotta USA di stanza nel Mediterraneo. L’unità è rimasta in riva al Quarnero fino a mercoledì scorso. Un periodo breve, ma sufficiente alle squadre del cantiere (321 maestranze in tutto, salario medio netto pari a 1. 321 euro) per eseguire specifici interventi, che le hanno poi permesso di riprendere il largo nel mare di Fiume.

La tappa altoadriatica dell’incrociatore missilistico si è avuta dopo che la nave e il suo equipaggio avevano preso parte nell’Europa settentrionale, in diverse zone del Mediterraneo e in Adriatico alle esercitazioni Nato intitolate Naptune Strike 23-2. Il Normandy, classe Ticonderoga, è inserito nel gruppo d’assalto delle forze navali americane capeggiato dalla più moderna delle portaerei, la Gerald R. Ford, che alla fine dello scorso mese di giugno si era mostrata in tutta la sua grandiosità nelle acque del porto di Spalato.

Restando in tema, va rilevato che l’incrociatore era stato costruito in uno dei cantieri dello stato americano del Maine e consegnato alla Marina militare degli Stati Uniti nel 1989. Un anno più tardi era stata inquadrata nelle forze alleate che avevano partecipato alle operazioni Scudo del Deserto e Tempesta nel Deserto, nella Guerra del Golfo. Questo aveva consentito al Normandy di diventare la prima nave statunitense dopo la seconda guerra mondiale a prendere parte ad azioni belliche nel suo viaggio inaugurale.

Ma non finisce qui: tra il 1993 e il 1995 era inglobata nel gruppo di combattimento della portaerei USS America, partecipando ad operazioni di supporto nelle azioni contro l’allora Repubblica federale di Jugoslavia. Da aggiungere anche quanto compiuto nel febbraio di tre anni fa, con gli uomini del Normandy a bloccare una nave che trasportava 358 missili terra – aria iraniani. Parliamo di un incrociatore lungo 173 metri, il cui pescaggio è di ben 10, 2 metri, azionato da quattro turbine a gas General Electric LM2500, in grado di imprimergli la velocita’massima di 32,5 nodi. Secondo le informazioni a disposizione, a bordo vi sono 30 ufficiali e circa 300 marinai.

Anche se a prima vista la tappa a San Martino di Liburnia può essere definita di minore importanza, va aggiunto che conferma l’ottimo grado di cooperazione instaurato tra il Lenac e la United States Navy. La collaborazione, nata nel 2011, ha consentito allo stabilimento quarnerino (da anni di proprietàdel gruppo italiano Palumbo) di incamerare centinaia di milioni di dollari. Solo nel 2023, al Lenac sono finora giunte quattro navi militari americane: prima dell’incrociatore, era stata la volta di tre catamarani per il supporto logistico.

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