«Immigrazione, sfida comune per Unione europea e Balcani»

Lo hanno chiesto a gran voce Paesi come l’Italia, l’Austria che ancora non ha ripristinato il regime di Schengen al confine con la Slovenia, la Slovenia stessa e la Croazia che di Schengen entrerà a far parte (a meno di colpi di scena clamorosi) il prossimo 1 gennaio: l’immigrazione sia il tema principale del vertice Unione europea-Balcani occidentali in programma il prossimo 6 dicembre a Tirana. E la Commissione Ue li ha accontentati al punto che da fonti diplomatiche si viene già a conoscere quale sarà la bozza dell’accordo sul tema che sarà presentata dall’Europa ai partner dei Balcani occidentali.
«La gestione dell'immigrazione è una sfida comune che l'Ue ed i Balcani occidentali affronteranno insieme, in stretta collaborazione». È quanto si legge nella suddetta bozza di dichiarazione del vertice Ue-Balcani Occidentali. Nel testo si sottolinea la necessità di «un impegno costante ed esteso per far fronte all'immigrazione irregolare, inclusi il traffico e la tratta di esseri umani». «L'Ue resta impegnata a sostenere la regione, sia politicamente che finanziariamente» e a questo proposito «intende aumentare sostanzialmente i finanziamenti ai Balcani occidentali per i prossimi anni». «Dato l'aumento della pressione migratoria nella regione - recita il testo - la nostra azione congiunta, che comprende un forte sostegno finanziario da parte dell'Ue attraverso programmi dedicati, si concentra sul rafforzamento della protezione delle frontiere, sulla lotta alle reti di trafficanti e ai gruppi della criminalità organizzata, nonché sull'accelerazione dei rimpatri dai Balcani occidentali verso il Paesi di origine».
Nella dichiarazione si sottolinea l'importanza di allineare la politica dei visti dei Paesi partner dei Balcani occidentali a quella dell'Ue, questione che riguarda in particolare la Serbia, per «il buon funzionamento generale e la sostenibilità dei regimi di esenzione dal visto tra i Balcani occidentali e l'Ue». «I partner - si legge ancora - devono continuare a migliorare i propri sistemi di rimpatrio, inclusa la conclusione di accordi di riammissione con i principali Paesi di origine. La cooperazione reciproca sui rimpatri sarà approfondita, massimizzando l'uso dei quadri esistenti e dei canali disponibili». A tal riguardo, l'Ue è pronta a «sostenere i Balcani occidentali per aumentare i rimpatri volontari e non volontari, anche direttamente dalla regione ai Paesi di origine». Nel testo, si evidenzia, infine, la necessità di intensificare «la cooperazione con Frontex, anche attraverso la rapida conclusione e attuazione di accordi sullo status aggiornati, nonché con l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo ed Europol».
L'Ue ribadisce di aspettarsi anche che i partner dei Balcani Occidentali «si allineino alla politica estera e di sicurezza comune dell'Ue» e che «agiscano di conseguenza, anche per quanto riguarda le misure restrittive dell'Ue» contro la Russia. Chiaro il segnale alla Serbia.«Essere dalla parte dell'Ue - recita il testo - è un chiaro segno dell'orientamento strategico dei partner, ora più che mai, mentre la Russia intensifica la sua guerra in Ucraina». «Una visione comune del futuro implica responsabilità reciproche e valori condivisi», si legge nella dichiarazione, in cui si torna a chiedere ai paesi dei Balcani di allinearsi con le posizioni di politica estera dell'Ue, con particolare riguardo alle sanzioni imposte da Bruxelles contro la Russia. Finora solo la Serbia si è rifiutata di attuare le misure restrittive dell'Ue, pur condannando l'aggressione russa all'Ucraina.
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