Il premier croato: «Gruppi paramilitari stanno cercando di prendere il potere»

Qualcosa di losco si agita nel sottobosco dell’estrema destra croata, qualcosa di pericoloso che, dopo le proteste di alcune frange violente davanti alla sede dell’Hdz (partito di governo) a Zagabria, ha indotto il premier Andrej Plenović ad affermare che: «Gruppi paramilitari armati stanno cercando di prendere il potere in Croazia».
Ma che cosa sta succedendo? Tutto nasce dal procedimento legale in corso contro uno dei leader e ideologi dell’ultradestra, il controverso Marko Francišković. L’uomo si trova in carcere per accuse all’istigazione al terrorismo, ma la sua posizione è peggiorata quando alcuni giorni fa, usufruendo della giornaliera telefonata alla moglie, ha letto un proclama che poi la consorte ha diffuso su Facebook in cui l’istigazione alla rivolta contro le autorità costituite in Croazia appare più che lampante.
E così è finita nei guai, con la medesima accusa anche la moglie (30 anni) del leader rivoluzionario (57).
Fino ad ora l’estrema destra croata veniva associata al regime ustascia del poglavnik Ante Pavelic a capo dello Stato indipendente di Croazia voluto da Mussolini ai tempi della Seconda guerra mondiale e trovava i suoi adepti soprattutto tra le fila degli ultrà delle curve negli stadi del Paese (i più ”fascisti” sono considerati quelli dell’Hajduk Spalato), ma di recente anche quelli della Dimano Zagabria, sfidando per le vie di Milano per assistere alla partita di Champion’s League contro il Milanavevano innalzato il saluto fascista senza alcun timore in faccia alla polizia che li scortava.
Il fenomeno Francišković è più complesso e ha preso piede soprattutto durante la pandemia da Covid-19 quando il controverso leader si è trasformato in paladino dei no-vax e contro qualsiasi forma di restrizione imposta dal governo per motivi sanitari.
Dieci anni fa, a esordire in questo campo dell’eversione di destra, fu la Guardia ungherese che è apparsa in Ungheria ed è associata al partito di estrema destra Jobbik. Poi c’è stato l’esempio recente nella vicina Slovenia, dove la cosiddetta Guardia della Stiria è stata presa di mira dalla polizia slovena per aver minato l'ordine costituzionale. In Croazia, c’è stato un fenomeno simile qualche anno fa, quando il politico Branimir Glavaš , sotto processo per crimini di guerra, ha fondato la Slavonia Falcon Guard, che si è schierata davanti al Parlamento croato nel 2015 con giovani uomini e donne in uniformi militari nere e in Slavonia avrebbero dovuto ottenere un campo per l'addestramento militare.
E anche parte delle persone raccolte intorno a Francišković, a cui Plenković si riferisce ovviamente, mostra la tendenza a formare dei gruppi con sembianze militari: indossare uniformi, si schierano pronti a combattere contro "qualche" nemico e simili. Tuttavia, per quanto sia difficile immaginare che tali gruppi faranno qualcosa di politicamente significativo, ciò che rimane sempre è ciò per cui sono stati veramente creati, ed è creare impressione. Tutti questi gruppi in tutto il mondo, non importa quanto siano diversi, hanno una cosa in comune: instillano paura. Francišković, nella sua lucida pazzia, mira a costituire una società cristologica in cui, sono parole sue «se Dio vuole, vinceremo e saremo noi a guidare l'azione di liberazione affinché tutte le persone, tutte le razze e tutte le religioni vivano secondo l'amore di Dio».
Anche se non crediamo che, al contrario di quanto invece propugnato da Francišković, «creare dei campi di concentramento per chi viola la legge» (quella da lui stabilita) sia molto cristiano. Un ossimoro che, in effetti, fa paura. Anche al premier Plenković.
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