Il Museo del mare di Pirano festeggia i 70 anni con nuove mostre e pubblicazioni

PIRANO. Il Museo del mare “Sergej Mašera” di Pirano compie 70 anni. Situato nel bel Palazzo Gabrielli – un edificio signorile di metà Ottocento a ridosso del mandracchio e non lontano da piazza Tartini (un tempo anch’essa un pezzo di mare, fino al suo interramento nel 1894) – il museo raccoglie, studia ed espone il patrimonio marittimo e marinaresco del litorale sloveno.
Dai reperti archeologici ai modelli di nave
Dai reperti archeologici ai modelli di navi, dalle polene alle immagini votive, le sue esposizioni raccontano la marineria e la cultura del mare dall’epoca della Repubblica di Venezia fino al Novecento. Questa settimana, nell’ambito delle celebrazioni per il 70°, è stata presentata la nuova mostra permanente, che racconta la parabola locale della pesca, tra foto e oggetti d’epoca.
Pesca, un’industria ormai in crisi
Si tratta di un’industria ormai in crisi in Slovenia (dove si stima che il pescato annuale sia sceso all’1% rispetto ai livelli del 1990), ma il rapporto col mare rappresenta ancora oggi un elemento importante per la cittadina, vera perla del litorale.
Città circondata dal mare
«Pirano è una città circondata dal mare e con una storia ricca di cultura legata a questo lembo di Adriatico», spiega il direttore Franco Juri. «I marittimi, i maestri d’ascia e i pescatori di questa parte d’Istria, tra Capodistria e Pirano, erano, fino agli anni Cinquanta e all’esodo, in gran parte italiani, istroveneti. Dall’altro lato, lungo la costa del Carso triestino, tra Barcola e Devino, i pescatori erano sloveni. Le due sponde comunicavano», prosegue il direttore, che per il 70° compleanno del museo non ha previsto «pompose manifestazioni», ma «un lavoro costante e certosino con l’ambiente locale e con i tanti temi che il patrimonio marittimo ci offre».
L’incontro con il maestro d’ascia Simonit
Ecco che oltre alla mostra permanente inaugurata questa settimana ci sarà l’incontro il prossimo 6 marzo con il maestro d’ascia monfalconese Odilo Simonit che descriverà il restauro della barca a vela storica “Galeb”, costruita nel 1936 e donata al museo nel 1994 dai ballerini e coreografi Pino e Pia Mlakar. «Il “Galeb” – prosegue Juri – sarà poi protagonista in diversi eventi e regate, spero anche a Trieste».
Le altre mostre
Sempre all’insegna del 70° seguiranno altre mostre (di cui una dedicata alle navi slovene di «quello che fu uno dei due armatori più importanti della Jugoslavia, la Splošna plovba di Portorose», che viaggerà da Pirano fino in Croazia e in Montenegro), un simposio internazionale e la pubblicazione di un libro «sugli scavi e i ritrovamenti archeologici tra il Risano e il ciglione Carsico».
Museo locale di interesse nazionale
«Siamo un museo locale, ma di interesse nazionale – afferma Franco Juri –. Oltre a Palazzo Gabrielli, gestiamo anche il museo delle saline a Sicciole, la Casa di Tona (Tonina hiša) nel villaggio interno di San Pietro dell’Amata (Sveti Peter), gli ex magazzini del sale Monfort a Portorose e la collezione museale di Giuseppe Tartini in Casa Tartini, sede della locale comunità degli Italiani con cui collaboriamo da anni».
Oltre 22 mila visitatori all’anno
Oggi tra le 22 mila e le 23 mila persone visitano il museo ogni anno, ma il Museo del mare ha l’ambizione di attirare in futuro molti più visitatori.
«Tutte le collezioni del museo sono proposte in tre lingue: sloveno, italiano e inglese. Attualmente stiamo preparando la documentazione progettuale per Monfort, dove a medio termine speriamo di riammodernare i vani che ospitano le mostre permanenti sulla cantieristica tradizionale e gli sport nautici, collocandovi anche l’officina di restauro e conservazione e un deposito aperto, visitabile. Il tutto a più livelli e con interventi architettonici innovativi» annuncia il direttore
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