Il Capo dello Stato croato Milanovic spiazza tutti e si candida alle politiche

ZAGABRIA. È con il sorriso beffardo di chi sa di aver stupito tutti che il Presidente croato Zoran Milanović ha annunciato venerdì pomeriggio che parteciperà alle prossime elezioni legislative. Non solo, sarà lui a guidare la coalizione di centro-sinistra in qualità di candidato premier. «È tempo di sellare i cavalli», ha detto Milanović ai giornalisti increduli.
Nel giro di un paio d’ore, il capo di Stato ha stravolto ieri il mondo politico croato, attirando su di sé reazioni opposte, entusiaste o scandalizzate. Prima, in un laconico comunicato pubblicato in tarda mattinata, Milanović ha ufficializzato la data del prossimo scrutinio: i croati saranno chiamati ad eleggere il nuovo parlamento già il 17 aprile (un mercoledì!), in contrasto con l’abitudine, ormai assodata anche nella giovane repubblica balcanica, di votare di domenica e inoltre ad appena un mese di distanza (il minimo previsto per legge) dallo scioglimento del Parlamento questo giovedì. Poi, poco dopo le tre del pomeriggio, Milanović si è presentato alla conferenza stampa del leader del partito socialdemocratico (Sdp) Peđa Grbin, proprio mentre quest’ultimo affermava: «non sarò io il candidato premier del partito».
«Nella vita di ognuno di noi, ci sono momenti in cui bisogna uscire dalla nostra zona di comfort e smettere di essere normali e consueti. Quell'ora ha bussato alla mia porta il giorno dell'imposizione di Turudić», ha spiegato il capo di Stato, facendo riferimento al giudice Ivan Turudić che a inizio febbraio è stato nominato procuratore generale su indicazione del governo e tra mille polemiche (il giudice è considerato dall’opposizione vicino al governo e dunque “non adatto” a guidare la procura di Stato. Dello stesso avviso anche i giudici della Corte costituzionale che qualche giorno fa hanno boicottato la cerimonia di insediamento di Turudić). Il giorno dell’elezione del nuovo procuratore generale, Milanović aveva promesso al premier Andrej Plenković: «i fiumi della giustizia si scioglieranno in primavera». Ieri, il capo di Stato ha ripetuto quella stessa frase: «i fiumi della giustizia stanno arrivando. Vivremo in una Croazia migliore, più giusta».
Immediate le reazioni del mondo politico croato, in particolare dopo un ulteriore comunicato del capo di Stato in cui quest’ultimo ha specificato: «dopo la vittoria elettorale, di cui sono sicuro, lascerò la carica di Presidente della Repubblica», ovvero per il momento non se ne parla di dare le dimissioni.
«Finalmente sono cadute le maschere – ha commentato il primo ministro Andrej Plenković, che corre alla ricerca di un terzo mandato – altro che presidente al di sopra delle parti, avevamo un leader dell’opposizione nascosto e ora abbiamo un presidente calcolatore che pensa di non perdere. Ma dimostreremo a Milanović che lui e l'Sdp perderanno per la terza volta». Secondo Plenković, dietro a questa «mossa dettata dal panico» c’è «un tentativo di far uscire la Croazia dalla Nato e dall'Unione Europea e di metterla nelle mani della Russia». «Ma noi non lo permetteremo», ha concluso il premier, ricordando che il 17 aprile – la data scelta da Milanović per il voto – è la giornata mondiale del circo.
Esulta invece l’opposizione, che spera di cavalcare il fatto che secondo i sondaggi, Zoran Milanović è oggi il politico più popolare nel paese.«Andrej Plenković è spacciato», ha detto il deputato Bojan Glavašević.
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