Gli investitori arabi progettano in Albania un marina superlusso da due miliardi

Dopo Belgrado, la costa adriatica dell’Albania. Malgrado guerre, crisi e inflazione non si fermano gli investimenti arabi nei Balcani, ancora una volta controversi e fonte di polemiche. Investimenti degli Emirati Arabi che, dopo quella “Beograd na vodi” (Belgrado sull’acqua) che sta stravolgendo l’immagine della capitale serba, muteranno il volto di uno dei porti storici dell’Albania, Durazzo. La città portuale albanese – e per la precisione proprio una parte importante dello strategico terminal navale del Paese delle Aquile – è finita nel mirino della Eagle Hills, colosso arabo che sta già costruendo il quartiere chic nel cuore di Belgrado, direttamente sulla Sava, malgrado le proteste di attivisti e cittadini per nulla soddisfatti di vedere sorgere grattacieli e palazzi di lusso nell’area un tempo occupata dalla storica stazione ferroviaria della capitale.
Eagle Hills a Belgrado non si è fermata. E ora raddoppia. Lo fa con il Durres Yachts & Marina, progetto da oltre due miliardi di euro che secondo i piani dell’impresa e di Mohamed Alabbar, il suo numero uno, dovrà diventare nei prossimi anni «la Monaco dell’Adriatico», una «destinazione di lusso» per tycoon di tutto il mondo. Poco ancora si sa del progetto, ma ciò che è noto conferma le parole di Alabbar. I media arabi, che hanno dato enorme risalto all’iniziativa in terra albanese, hanno parlato di 12mila appartamenti super-lusso con vista mare. E di un marina capace di accogliere i più grandi yacht al momento in navigazione nel mondo. Ad arricchire l’offerta, hotel 5 stelle, terme, club sulla costa, boutique e centri commerciali destinati a ospiti di alto rango; il tutto contrassegnato – almeno secondo gli investitori – da un approccio “green” nell’edificazione, con tecnologie smart e spazi verdi per ridurre l’impatto su un ambiente ancora intatto.
L’idea è quella di trasformare il Durres Yachts & Marina in un polo d’attrazione per turisti d’alto bordo, su una costa ancora poco conosciuta all’estero ma sicuramente attraente, senza dimenticare la storia millenaria di Durazzo. In pratica un investimento miliardario, che porterà soldi e turismo in un Paese che ha bisogno di progetti simili per il suo sviluppo.
Ma come sempre ci sono anche tante ombre, con l’opposizione a Tirana, già da tempo sulle barricate, che ha parlato di «enorme affare corruttivo». Secondo i critici del premier Edi Rama infatti il progetto arabo sarebbe poco trasparente, come già accaduto a Belgrado. E comporterebbe lo spostamento di gran parte del porto commerciale in una nuova area, per fare spazio ai tycoon. Ancora più duro l’inossidabile Sali Berisha, tornato a capo dell’opposizione, che ha accusato Rama di aver regalato i terreni agli arabi e ha promesso massicce proteste di piazza. Ma chi osa mettere in dubbio la bontà di un progetto «che trasformerà Durazzo» in meglio è «spazzatura», ha replicato sprezzante il premier.
Tutti toni e polemiche già sentiti, a Belgrado. Dove la città sull’acqua, malgrado tutto, è già realtà.
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