La Gioventù cattolica della Slovenia lancia il suo addestramento militare

Discussa iniziativa del movimento ecclesiale. Tre giorni in bosco con i fucili e lo slogan “Noli timere”

Stefano Giantin
Luka Debeljak, ex componente delle forze speciali slovene, alle prese con l’addestramento militare
Luka Debeljak, ex componente delle forze speciali slovene, alle prese con l’addestramento militare

Altro che porgere l’altra guancia. In un’epoca di guerre, crisi e tensioni globali, i cattolici sloveni, in particolare quelli più giovani, adottano un’altra espressione ecclesiale: «Noli timere». Non temere nulla e nessuno, perché in grado di usare le armi. È il controverso obiettivo – oltre che lo slogan ufficiale – legato a un’iniziativa che sta sollevando un vespaio in Slovenia, dove tiene banco la notizia di un campo estivo organizzato dall’importante associazione dei giovani cattolici Katoliška Mladina (Gioventù cattolica), che via social ha annunciato un imminente «fine settimana» dedicato a insegnamento e addestramento alle «tecniche militari».

L’esperienza, battezzata appunto “Noli timere”, è riservata a un ristretto numero di partecipanti ed è in programma dal 29 al 31 agosto, nelle foreste nei pressi di Škofljica. «Saranno tre giorni che uniranno approfondimento spirituale» e «apprendimento di tecniche orientate a promuovere la disciplina personale, la responsabilità e la forza interiore», favorendo «l’affiatamento tra i partecipanti» e l’avvicinamento «a Dio», si legge nei materiali promozionali dell’iniziativa, subito sold out.

E tra le tecniche insegnate ci sarà anche l’uso di armi, tra cui pistole e fucili, non veri, ma delle perfette riproduzioni «da airsoft», hanno precisato gli organizzatori. Nondimeno, i giovani cattolici che parteciperanno al campo verranno edotti alle tecniche del cosiddetto “Close-Quarters Battle” (Cqb), ovvero alla guerra urbana, a procedure di primo soccorso e al lavoro in squadra, ma ci saranno anche momenti di preghiera, celebrazioni di messe e un sacerdote a disposizione.

La star del campo estivo cattolico sarà tale Luka Debeljak, tatuatissimo ex membro delle forze speciali. Tutto bene? Non sembra. Le autorità slovene, citate dalla Tv N1, hanno espresso dubbi su progetti che mettono insieme «contenuti militari» e religione. E maretta c’è anche sui social. «Dio abbia pietà, mettere insieme armi e religione è molto controverso», «ragazzi, non è questa la nostra vocazione», per le armi «c’è l’esercito sloveno, di cui sono stato un fiero membro», «Gesù ed esercitazioni militari» non vanno d’accordo, «Cristo non andava in giro armato fino ai denti», alcune delle opinioni di alcuni navigatori del web.

Ma ci sono anche altri modi di pensare. «Noli timere sono parole di Gesù, brevi ma profonde», scrive Andreja, mentre un certo Matej pone l’accento sul fatto che «nell’airsoft non c’è nulla di male, è solo un modo per rendere più interessante il weekend».

Divisa appare anche la Chiesa, con il magazine d’ispirazione cattolica Družina che si è interrogato sull’iniziativa, mentre la Conferenza episcopale di Lubiana ha negato si tratti di un campo «militare», bensì solo di un’esperienza utile «per giovani uomini».

Riproduzione riservata © il Nord Est