I biglietti per i bastioni di Ragusa al vaglio dell’anticorruzione

La denuncia: «Non è mai stata fatta una gara pubblica per la gestione e manca trasparenza»

Andrea Marsanich
I bastioni di Ragusa
I bastioni di Ragusa

Nei giorni scorsi l’avvocato Mladen Dragičević, ex candidato ad assumere la carica di procuratore della Repubblica di Croazia, ha sporto denuncia all’Uskok (Ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata) contro la Città di Ragusa (Dubrovnik) e l’associazione Società degli amici delle antichità ragusee, che gestisce da più di 50 anni le storiche mura e il patrimonio storico architettonico della città di San Biagio.

Secondo Dragičević, è da lunghi anni che il Comune dalmata non controlla l’ammontare delle entrate che la predetta società realizza grazie alla vendita dei biglietti ai visitatori che percorrono i bastioni. La mancanza di trasparenza, denuncia, apre lo spazio a possibili appropriazioni indebite.

Inoltre lascia perplessi la constatazione che, quale gestore del patrimonio storico raguseo, non c’è mai stata gara pubblica nello scegliere l’associazione che, a sua volta, opera in modo indipendente – senza concorso pubblico – nell’affidare appalti ad aziende che si occupano di manutenzione e restauro delle antichità ragusee.

Spetterà ora all’Uskok ravvisare se vi siano gli estremi per dare luogo a indagini che facciano luce su una questione che da decenni vede l’opinione pubblica condannare l’assenza di controlli e gare pubbliche. La vendita dei biglietti per la cinta difensiva di Ragusa non è inoltre soggetta a fiscalizzazione e dunque anche ciò potrebbe favorire il verificarsi di appropriazioni indebite. Insomma, per Dragičević, potrebbe ad esempio venire ufficializzata la vendita di 100 biglietti mentre magari ne sarebbero stati venduti molti di più.

Le cifre ufficiali per il 2024 indicano che a staccare il tagliando per i bastioni sono state 950.179 persone, di cui quasi 440 mila hanno fruito del sistema Dubrovnik pass, pacchetto le cui entrate vanno ad arricchire le casse municipali. Tutti gli altri visitatori, circa 510 mila unità, si sono affidati invece alla vendita libera dei tagliandi, con il 60% del guadagno toccato alla municipalità e il 40% andato all’associazione.

In totale, l’anno scorso l’associazione presieduta da Vedran Kosović ha realizzato entrate per 16 milioni e 238 mila euro, di cui 3 milioni e 780 mila stanziati per manutenzione e ristrutturazioni di vario genere. L’utile netto è stato pari a 2 milioni e 364 mila euro.

L’ex sindaco di Ragusa, Andro Vlahušić (Partito popolare croato), ha più volte accusato l’associazione di essere una specie di Stato nello Stato, senza accurati accertamenti. «Posso dire che il denaro intascato dalla società esce nascosto in sacchi – ha asserito in un’occasione – prendendo direzioni sconosciute».

Ci sono infine le lamentele dei ragusei e dei turisti croati per l’alto prezzo dei biglietti relativi alle mura: dal primo marzo di quest’anno, l’esborso per gli adulti è passato da 35 a 40 euro, costo definito esagerato.

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