Galeb, il restauro infinito della ex nave di Tito fra costi raddoppiati e ormeggio da trovare
Costruito come bananiera negli anni Trenta, lo scafo rimesso a nuovo
potrà essere visitato a Fiume non prima della fine dell’anno

La nave Galeb, che fu la dimora galleggiante del dittatore jugoslavo Josip Broz Tito, sarà pronta ad accogliere i visitatori non prima della fine dell’anno - se tutto filerà liscio - una volta sistemata nell’ambito del Molo longo, la diga frangiflutti di Fiume lunga quasi due chilometri. Il progetto di restauro e riutilizzo dello scafo ha visto partire i lavori nel 2019: i tempi però si stanno ulteriormente allungando non soltanto per la complessità dell’intervento e per una serie di imprevisti a esso legati, ma anche per il nodo costituito da quello che dovrà essere l’esatto posizionamento dell’unità, costruita come bananiera nel 1937 nei cantieri Ansaldo di Sestri; e infine per la pubblicazione ancora non avvenuta del bando di concorso in base al quale saranno scelti i concessionari per bar, ristorante, cinema estivo e posti letto. Insomma, a Fiume gli addetti ai lavori indicano il 2024 come l’anno nel quale gli interessati potranno salire a bordo della ex bananiera destinata a divenire anche spazio museale, conoscerne la storia, visitare mostre, bere un drink, consumare pasti o anche pernottare.
L'opera di ristrutturazione, come ha fatto sapere il Comune di Fiume, proprietario della nave che è da anni in regime di tutela quale bene culturale della Repubblica di Croazia, è praticamente concluso, per un costo che - dagli iniziali 6,8 previsti - è arrivato ora a sfiorare i 15 milioni di euro, di cui buona parte erogata a fondo perduto dall'Unione europea nell’ambito del progetto Fiume capitale europea della Cultura 2020.
Sono due in sostanza gli aspetti che frenano l'attuazione del progetto Galeb: si attende che la Città di Fiume faccia partire il concorso per la locazione degli spazi commerciali; e che l'Autorità portuale determini il luogo previso in cui il Galeb sarà ormeggiato. Sarà uno studio apposito a fissare il punto del Molo longo in cui sistemare il Galeb: il documento dovrebbe essere pronto a breve. Secondo voci ufficiose, il Galeb potrebbe venire posizionato tra le gru restaurate e il Porto Baross, dinanzi all'ormeggio stagionale delle navi da crociera.
È certo invece che la concessione avrà durata trentennale, e chi la otterrà sarà esentato dal pagamento dell'indennizzo nei primi cinque anni. Il motivo: il concessionario dovrà non solo riadattare gli ambienti di bordo in cui avviare le attività, ma avrà anche l’obbligo di partecipare alle spese dell’Autorità portuale per la manutenzione della nave. Insomma, si tratterà di risorse di non poco conto, alle quali va aggiunto naturalmente il pagamento della concessione di un’area di poco più di mille metri quadrati. Dall’amministrazione comunale intanto nulla filtra in merito a eventuali nomi interessati alla concessione, né è noto se siano se siano ancora valide le due lettere d'intenti firmate l'anno scorso da due potenziali investitori. Come dire che il Galeb resta in alto mare.
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