Flotta assottigliata e nuove norme: meno pesce dal mare croato
Calo dell’11,9% per le tonnellate totali raccolte nel 2023 rispetto al 2022. Diminuisce la forza lavoro

FIUME. Meno pescatori, meno pesce nei mercati ittici, meno imbarcazioni per l’attività alieutica. Il quadro 2023 della pesca in mare in Croazia si potrebbe riassumere così, stando al rapporto annuale redatto dalla Direzione per la pesca del ministero dell’Agricoltura, foreste e pesca, organismo andato a sostituire in materia l’Istat, che finora pubblicava i dati relativi al prelievo di pesci, crostacei e molluschi.
I numeri
L’anno scorso, i pescatori professionisti croati sono riusciti a mettere a pagliolo 55 mila e 187 tonnellate, risultato inferiore rispetto al 2022 di un significativo 11,9%. A influenzare il dato finale è stato non solo il precario stato di salute dell’Adriatico, ma pure l’entrata in vigore di misure limitative e amministrative. Come tradizione, il pesce azzurro di piccole dimensioni, in primis sardelle, acciughe e papaline, ha dominato il comparto, con 49 mila tonnellate, cifra che rappresenta l’88,7% del pescato complessivo. Le sardelle, specie economicamente più importante, hanno inciso nella misura del 57,1% sul totale. Per il pesce bianco si è arrivati a quota 3.405 tonnellate, per quello cartilagineo a 270, per l’azzurro di grandi dimensioni a 295, mentre per gli altri tipi di pesce sono state registrate 1.009 tonnellate. Quindi sono state pescate 666 tonnellate di polpi, seppie e calamari, 1.074 di crostacei, 194 di molluschi bivalvi e infine 458 tonnellate di altre creature marine.
Tonno e maricoltura
Bisogna poi sottolineare che la quota annua di prelievo del tonno in Croazia è stata aumentata del 4,2%, a dimostrazione che il tonno delle acque orientali dell’Adriatico è in salute, il che ha visto reagire la competente istituzione internazionale, che ha accordato a Zagabria un maggior numero di tonnellate di tonni pescati in acque libere.
La maricoltura, settore che sta attraversando un buon momento, ha portato in dote nel 2023 23 mila e 74 tonnellate, produzione praticamente identica a quella rilevata l’anno prima.
L’allevamento delle orate sta conoscendo un boom, con 8.922 tonnellate, qualcosa come 1.417 tonnellate in più rispetto al dato del 2022. È stato invece accentuato il calo della produzione di branzini (8.515, cioè 1.519 tonnellate in meno). Le altre specie allevate e quindi finite sulle tavole croate e d’oltreconfine hanno registrato 1.368 tonnellate.
Il dato economico
Il valore complessivo di pesce bianco, tonno, mitili e ostriche venduti è stato di 190 milioni di euro, mentre l’anno precedente le entrate erano state pari a 167 milioni di euro. Ultimo dato: nel 2023 il settore croato della pesca poteva fare affidamento su un totale di 7 mila e 325 imbarcazioni. Erano 162 natanti in meno rispetto al 2022, a dimostrazione che un crescente numero di pescatori croati preferisce abbandonare l’attività, grazie ai mezzi finanziari messi a disposizione dall’Unione europea. Sono imbarcazioni che, in base al relativo programma comunitario, vengono rottamate.
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