Fiume, imbrattato monumento dedicato ai caduti antifascisti

FIUME. Lo hanno imbrattato come al solito in ore notturne, facendo schizzare la vernice nera sui nomi di caduti antifascisti italiani e croati, perpetrando così l’ennesima profanazione ai danni di un monumento alla lotta contro il nazifascismo.
È accaduto nel parco giochi situato all’incrocio tra le vie Kras e Velebit, nel rione di Montegrappa a Fiume, dove il pluridecennale monumento ricorda alcuni partigiani fiumani e croati, che persero la vita durante la Seconda guerra mondiale. Tra i nomi incisi vi sono quelli dei fratelli Duiz, Lionella, Giovanni, Amedeo e Nereo, di Corrado Illiasich, Ivo Poscani e Pietro Matuchina, tutti connazionali che a Fiume scelsero di opporsi alla tragica follia di un’ottantina d’anni fa. Ricordiamo che la Comunità degli italiani di Fiume era tempo fa intitolata alla memoria dei fratelli Duiz, mentre un tempo l’asilo infantile italiano nell’ambito della scuola elementare Gelsi era chiamato Nella (Lionella) Duiz.
A Corrado Illiasich, il cui omonimo figlio fu per decenni preside del Liceo italiano a Fiume, è dedicata inoltre la via che collega i quartieri di Montegrappa e Scurigne. La polizia locale si è subito messa in moto, nell’intento di risalire all’autore (o gli autori) dell’incivile gesto. A reagire inoltre all’ennesimo danneggiamento di un monumento alla lotta partigiana, è stato il socialdemocratico Vojko Obersnel, per più di 20 anni sindaco di Fiume e attualmente presidente della sezione fiumana dell’Associazione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti. Dettosi convinto che le forze dell’ordine riusciranno a scoprire il responsabile, Obersnel ha inoltre espresso la speranza che la municipalità risanerà in tempi brevi il monumento in Montegrappa, già meta in passato di vandali profanatori. Secondo Obersnel, l’avere lordato il monumento va inteso come un atto imperdonabile, che va contro la storia e offende la memoria delle vittime della guerra. Un episodio simile avvenne anni fa ai danni del monumento situato nel rione di Podmurvize, a Fiume, completamente sporcato da pittura di colore nero.
La Croazia, dove tra il 1945 e il 1990, si costruirono circa 6 mila fra busti, sculture, targhe, anche parchi e cimiteri commemorativi, ha registrato dal suo distacco dalla Jugoslavia e l’ottenimento dell’indipendenza – nel 1991 – il danneggiamento o distruzione di poco meno di 3 mila monumenti. Nella gran parte dei casi, la polizia croata è riuscita a fare poco o nulla, con i responsabili rimasti così impuniti. Contemporaneamente solo pochi monumenti sono stati riparati, mentre altri mostrano i segni di quanto utilizzato dai devastatori: martelli, vernice, ruspe e sovente anche cariche esplosive. Il tutto in un Paese dove il negazionismo storico e il revisionismo sono di casa, nonostante che l’antifascismo sia stato introdotto nella Costituzione croata come uno dei principi fondanti dello stato.
Riproduzione riservata © il Nord Est