Epidemia di leptospirosi in Bosnia: quasi 30 i casi accertati finora

Si registrano ora contagi anche fuori dalla capitale e uno in Montenegro. La causa del focolaio è la mancata derattizzazione

Stefano Giantin
Sarajevo, capitale della Bosnia
Sarajevo, capitale della Bosnia

Timore, sconcerto. E pure molta rabbia, contro autorità locali accusate di inerzia. Sono gli stati d’animo a Sarajevo, capitale bosniaca dove una parola corre di bocca in bocca, da giorni: è leptospirosi, malattia potenzialmente pericolosa – se non trattata adeguatamente e per tempo – che può essere trasmessa dagli animali all’uomo, principale vettore il topo. E proprio questo è accaduto in città e nell’omonimo cantone, dove il 23 maggio è stata ufficialmente dichiarato lo stato di epidemia. Così ha deciso il locale ministero della Salute, su richiesta dell’Istituto di salute pubblica.

La richiesta era giustificata da numeri già allarmanti, con 17 casi di contagio da leptospirosi confermati in laboratorio dal 14 al 21 maggio, hanno svelato i dati del Centro clinico dell’Università di Sarajevo (Kcus), dove erano ricoverate due persone con sintomi più seri, tra cui febbre alta e problemi intestinali e respiratori. Nel frattempo, le cose sono peggiorate, con 25 casi confermati, nessuno grave, fino al 27 maggio, con quattro ricoveri. E l’emergenza non sembra rientrare. Lo ha suggerito tra l’altro, sempre lo stesso Kcus, che ha reso noto che medici dell’ospedale nelle ultime ore hanno «visitato altre sette pazienti con possibile infezione da leptospirosi, nessuno è stato ricoverato», si legge in una nota.

Le cause dell’epidemia in una delle più importanti capitali balcaniche ed europee? Topi e soprattutto mancate “pulizie” di stagione, ha spiegato al momento della dichiarazione d’epidemia Anisa Bajramović, esperta di malattie infettive al locale Istituto di salute pubblica. «Se si facessero le derattizzazioni regolarmente in primavera e in autunno tutto questo non sarebbe successo, in passato non abbiamo avuto situazioni simili», ha stigmatizzato Bajramović, puntando l’indice contro «appalti» saltati e azioni anti-topo non messe in atto nel cantone per ben due anni, dal 2022 al 2024, hanno segnalato i media locali.

«Senza una sistematica derattizzazione e il controllo dei roditori il rischio si diffonde come una minaccia silenziosa», ha fatto eco la veterinaria Bianca Pehar. Nel frattempo, sono scattate operazioni di pulizia in tutta Sarajevo, a colpi di disinfettanti. Ma sui social è bufera, con cittadini di Sarajevo e dintorni che continuano a postare foto di cumuli di rifiuti e immagini di topi scovati negli angoli delle case e nei cortili o a fare un bagno nella Miljacka.

E allarma il fatto che la leptospirosi avrebbe fatto la comparsa anche lontano dalla capitale, con casi segnalati a Foca, Banja Luka e Doboj, ma anche uno venerdì, il primo, a Bijelo Polje (Montenegro). E la vicenda è finita persino sulla Bbc. Che ha definito il 2025 «l’anno del ratto, a Sarajevo».

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