Dalla città alla collina con la nuova cabinovia: il progetto da 70 milioni che divide Vienna

Operazione promossa da privati, contrari il Comune e un comitato. Il ministero ha richiesto la Valutazione di impatto ambientale

Marco Di Blas
Il rendering di una delle stazioni della cabinovia di Vienna (da seilbahn-kahlenberg.at)
Il rendering di una delle stazioni della cabinovia di Vienna (da seilbahn-kahlenberg.at)

VIENNA Molti viennesi sostengono che Trieste ha tante cose in comune con la capitale austriaca, nel paesaggio urbano, nella tipologia edilizia, nella gastronomia. Con la sola differenza che Trieste ha anche il mare, che a Vienna invece manca. Ora c’è un elemento in più che accomuna le due città: il progetto di una telecabina. A Trieste si tratta del collegamento a fune con Monte Grisa; a Vienna di un collegamento, anch’esso a fune, con il Kahlenberg, la collina che domina a nord la metropoli. La principale differenza tra le due iniziative di trasporto è che mentre quella di Trieste è sponsorizzata dalla giunta comunale, a Vienna la proposta arriva da privati e trova il Comune contrario.

la curiosità
Dal mare di Cattaro alla montagna: la cabinovia è pronta a partire
La redazione

Kahlenberg è un nome entrato nella storia dell’Austria. Da quelle alture nel settembre 1683 il re di Polonia Giovanni Sobieski lanciò le truppe cristiane alleate sotto il suo comando per disperdere l’armata turca che da mesi assediava Vienna. Era stato il frate cappuccino Marco d’Aviano, in qualità di legato pontificio, a tessere quell’alleanza che pose definitivamente fine alla penetrazione ottomana in Europa. E fu lo stesso Marco d’Aviano a benedire gli eserciti cristiani prima della battaglia. Senza di lui oggi la storia d’Europa, non solo dell’Austria, sarebbe diversa e per questo il religioso è considerato «il salvatore di Vienna»: è sepolto nella cripta dei cappuccini, accanto alle salme di tutti gli imperatori d’Austria, unico non appartenente al casato degli Asburgo.

Sul Kahlenberg oggi si sale con difficoltà se non si dispone di un’auto, perché i mezzi di trasporto pubblico sono rari. La telecabina, dicono i promotori del progetto, renderebbe molto più accessibile l’altura ai viennesi e soprattutto a turisti e consentirebbe di raggiungere un luogo che – a parte i riferimenti storici – offre un panorama strepitoso sulla città.

Della telecabina del Kahlenberg si sentiva parlare da una dozzina d’anni, ma un progetto concreto è stato presentato solo lo scorso anno: stazione di partenza a Heiligenstadt (nel luogo dove convergono una linea metropolitana, una della ferrovia urbana e cinque linee di autobus), stazioni intermedie a Jedlsee e a Strebersdorf (oltre il Danubio), infine ione del Kahlenberg. Lunghezza complessiva 5,6 chilometri, con 23 pilastri di appoggio e 115 cabine in grado di trasportare fino a 1.800 persone all’ora. Il costo dell’opera è stimato in 70 milioni di euro, interamente a carico dei privati. L’operazione è rimasta bloccata per oltre un anno, per l’opposizione del Comune e per le contestazioni mosse da un comitato di cittadini che va sotto il nome di “Schützt Wienervald – Stopp Seilbahn auf den Kahlenberg” (il nome richiama il Wienerwald, il bosco viennese reso famoso dai valzer di Strauss, ai cui limiti si trova il Kahlenberg). Il tema principale riguardava la necessità o meno di una Valutazione di impatto ambientale (Via). I dubbi sono stati risolti in questi giorni, se così si può dire: il ministero per l’Ambiente ha tagliato la testa al toro richiedendo la Via. Ovviamente soddisfatti i contrari al progetto. Ma curiosamente si sono detti soddisfatti anche i promotori, convinti che la Via sarà loro favorevole. I tempi resteranno lunghi, perché un apposito ufficio del Comune avrà sei mesi di tempo per decidere se quella valutazione sia o meno necessaria.

Intanto l’aria nella giunta comunale sta cambiando. Se i socialisti restano perplessi, gli alleati di Neos (partito liberale di centro) non solo sembrerebbero favorevoli al progetto, ma avrebbero in mente altri collegamenti a fune orizzontali tra distretti periferici della città.

Riproduzione riservata © il Nord Est