Dal pesce scorpione al “killer” dei mari: in trent’anni censite 46 specie ittiche aliene nell’Adriatico
L’allarme degli esperti dell’ateneo e dell’Istituto oceanografico di Spalato: «A rischio sopravvivenza l’ecosistema dell’Adriatico settentrionale»

«L’Adriatico a cui eravamo e siamo abituati, sta scomparendo, penalizzato dalla rarefazione del suo patrimonio ittico autoctono e dall’apparizione di decine di specie invasive, destinate a mutare l’habitat e a diventarne probabilmente l’elemento dominante» L’allarme è stato lanciato in questi giorni da un esperto eccellente, Alen Soldo, docente al Dipartimento per gli studi del mare presso l’ateneo di Spalato.
L’allarme
«L’ipersfruttamento delle risorse, i cambiamenti climatici e le specie aliene stanno decimando la biomassa delle specie adriatiche - ha dichiarato Soldo nell’intervista concessa all’agenzia di stampa croata Hina - è da tanto tempo che ho proposto di introdurre il fermo biologico pluriennale per una data zona di pesca al pesce azzurro, come sardelle e acciughe. Purtroppo sono rimasto inascoltato, alla pari dei miei colleghi, con le autorità che stanno facendo poco o nulla in materia».
I pesci
Parlando dei pesci stabilitisi negli ultimi decenni nel nostro mare, Soldo ha citato il pesce scorpione o Pterois miles, notato per la prima volta nell’estate 2021 nelle acque dell’isola dalmata di Lissa, ad una profondità di 15 metri e nell’agosto scorso, di fronte a Raciste, nell’isola di Curzola, sempre in Dalmazia. «È una specie il cui veleno delle pinne dorsali è mortale per l’uomo. Sappiamo che dove si è presentato nel Mediterraneo, il pesce scorpione ha cambiato l’ambiente, infliggendo un colpo brutale alla biodiversità».
Le specie aliene
Secondo il consulente scientifico dell’Istituto spalatino di Oceanografia e pesca, Jakov Dulcic, dagli anni’ 90 del secolo scorso in poi è stato registrato in Adriatico l’arrivo di ben 46 specie ittiche nuove, aggiuntesi alle 460 esistenti. «Quella più invasiva e dannosa è il pesce scorpione, la cui presenza ha però anche un vantaggio – ha rivelato –: sta aiutando come predatore a sopperire alla sempre più marcata assenza di quelli che sono i pesci in cima alla catena alimentare e cioè gli squali, vittime di una pesca indiscriminata. Lo scorpione ha un aspetto stupendo, ma può rivelarsi letale per gli esseri umani. Le sue carni, va ricordato, sono ottime e possono venire consumate senza alcun timore».
La barriera termica
Per Dulcic molti altri pesci alieni restano nelle acque dell’Adriatico meridionale e centrale, bloccati dalla cosiddetta barriera termica che ne limitava la migrazione verso settentrione. Non è così per il pesce serra, fino ad una decina d’anni fa sconosciuto nel Nord Adriatico ed ora temutissimo da cefali, branzini, orate e altri pesci per la sua voracità e per il fatto di uccidere pesci senza mangiarli, il che gli è valso l’appellativo di pesce killer.
A sentire i biologi e i pescatori, da quando il serra è comparso nel mare istriano e quarnerino, c’è molto meno pesce in giro. Du giorni fa, nella pescheria centrale a Fiume, il serra veniva offerto a 5 e 8 euro il chilo perché in abbondanza, mentre solitamente costa tra i 10 e i 20 euro il chilo. L’interesse è tradizionalmente scarso in quanto il serra non fa ancora parte della tradizione culinaria dei fiumani e neanche degli istriani.
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