Croazia: a Verteneglio e Grisignana la presenza più alta di italiani

Il calo delle cifre: a Pola connazionali sotto il 3,6%, Fiume a quota 1,45%. Pellizzer: «Così spariremo fra vent’anni, Ui e Comunità ormai fini a se stesse»
Andrea Marsanich
Uno scorcio di Palazzo Modello, sede dell’Unione italiana a Fiume
Uno scorcio di Palazzo Modello, sede dell’Unione italiana a Fiume

FIUME I risultati del censimento 2021 in Croazia lo hanno detto chiaro: i numeri relativi alla presenza degli italiani nelle loro regioni d'insediamento storico sono in calo, così come quelli di tutte le altre minoranze nazionali, a eccezione dei rom. In questo contesto l'Istria, seppure azzoppata nelle cifre (12.543 gli italiani nel 2011, 9.784 nel rilevamento datato 2021), è rimasta l’area a più alta densità di cittadini di nazionalità italiana in Croazia, con varie zone in cui la presenza italiana supera il 10% della popolazione complessiva. Su tutti spiccano i comuni di Verteneglio e Grisignana, dove la quota supera il 30%. A Verteneglio l'anno scorso a dichiararsi italiani sono stati in 484 (il 31,78% del totale dei residenti), solo 6 in meno rispetto a 11 anni fa. A Grisignana si sale al 35,82%, ma i connazionali sono passati da 290 a 235. A quota 20,51% gli italiani nella municipalità di Valle, a Buie si sale all’23,85%: qui a dichiararsi italiani sono stati in 1.059, contro i 1.261 del 2011. Forte la diminuzione a Umago, che da 1.962 connazionali ne ha riscontrati 1.457 (con una incidenza dell'11,47% sul totale degli abitanti).

Pola è rimasta la città con il maggior numero assoluto di italiani nella Repubblica croata: se ne contano 1.860 (il 3,56%), in forte calo - 585 unità - sull’ultimo censimento. Calo riscontrato anche a Rovigno, con 400 connazionali in meno (da 1.608 a 1.207, pari al 9,31%). Decrementi a Dignano (da 1.017 a 876) e poi Albona, Cittanova, Pisino e altri centri istriani.

Se questa è la situazione in Istria, il Quarnero arranca (da 3.429 a 2.368 italiani), con decrementi ovunque. Fiume, che aveva 2.445 connazionali nel 2011, ne annovera 1.569 (1,45%). Cifre giù anche a Lussinpiccolo (da 152 a 109 italiani), Abbazia (da 169 a 151), Cherso (da 94 a soli 52 italiani), Laurana (da 68 a 53) e Draga di Moschiena (da 22 a 8). Solo Veglia registra un calo minimo, da 21 a 20. La Dalmazia si conferma l’area con sempre meno italiani. A Spalato si contano 71 connazionali (contro gli 83 del 2011), a Zara 63 (90), a Ragusa 18 (27) a Sebenico 11 (16). In Slavonia le Comunità degli italiani sono tre: Ploštine (da 403 a 294 italiani), Lipik (da 176 a 115), Kutina (da 86 a 65).

Chiamato a commentare, il presidente del Consiglio istriano della minoranza italiana, Gianclaudio Pellizzer ha parlato di un esito dal sapore di una cocente sconfitta. «Se andrà avanti così – ha detto – scompariremo tra massimo vent’anni. Preoccupa che finora il dato sulla madrelingua superava quello dell'appartenenza all'etnia italiana: stavolta non è stato così. Le ragioni sono molteplici, e purtroppo non è stato applicato il Trattato del 1996 sulla tutela reciproca delle minoranze - italiana in Croazia e croata in Italia - che ci avrebbe permesso di fare qualche passo avanti. Abbiamo anche colpe nostre - ha chiuso Pellizzer - e qui citerò le Comunità degli Italiani e l'Unione Italiana, ormai fini a se stesse».

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