Costruzioni abusive e condoni sospetti: altri 13 indagati

Fra Dignano, Fasana e Bagnole
Valmer Cusma

FIUME Fermate e rilasciate dopo l’interrogatorio tenuto a Fiume nella sede dell'Uskok (l'Ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata), otto persone potranno difendersi a piede libero dall’accusa di reati collegati alla legalizzazione di costruzioni abusive a Dignano, Fasana e Bagnole: un tema, quello appunto dell’abusivismo edilizio, che in Istria è diventato negli anni sempre più pesante.

L'operazione, denominata Dorina 2, è il risultato dell’ampliarsi dell’indagine che un anno fa aveva portato all’arresto di 26 persone tra amministratori e funzionari pubblici, geometri, architetti, imprenditori edili e proprietari di immobili: il nome deriva da quello di una dipendente dell’amministrazione comunale di Dignano. Secondo varie stime, Dorina 1 avrebbe fatto guadagnare agli indagati almeno 620 mila euro. Gli indagati di Dorina 2, come detto si difenderanno a piede libero: l’Uskok ha precisato ieri che l'inchiesta si è ampliata a 13 persone, tra cui due cittadini sloveni.

I reati contestati sono stati commessi tra il 2013 e il 2018. Oggetto delle legalizzazioni finite nel mirino degli inquirenti erano soprattutto costruzioni abusive edificate dopo il giugno 2011, quando cioè non sussistevano più i termini di legge per chiedere il condono edilizio, scaduto appunto in quel mese. Le foto scattate dall’alto erano per gli enti pubblici la prova inconfutabile dell'esistenza o meno sul terreno della costruzione abusiva a una certa data, ma alcuni investitori avevano aggirato l'ostacolo con uno stratagemma suggerito dagli stessi amministratori finiti sotto inchiesta. Precisamente, sapendo che avrebbero eretto costruzioni abusive dopo giugno 2011, avevano collocato sul terreno teloni o altro materiale rosso oppure azzurro in modo che dall'alto sembrassero tetti di case oppure piscine già esistenti. Dalle indagini è emerso inoltre che numerosi fascicoli per il condono erano stati collocati vuoti nel cassetto prima del giugno 2011 e quindi opportunamente compilati nel periodo successivo. Insomma, secondo l’ipotesi di accusa c'era un giro di documenti contraffatti mirato a mettere al sicuro gli immobili dalle possibili demolizioni e aumentarne il valore commerciale.

Riproduzione riservata © il Nord Est