Carinzia e Slovenia rilanciano l’idea: Olimpiadi senza confini con il Fvg

Il tema affrontato in un incontro fra il governatore austriaco e il ministro di Lubiana

Marco Di Blas

Si torna a parlare, dopo quasi trent’anni, di “Olimpiadi senza confini”, di olimpiadi cioè organizzate congiuntamente da Austria, Slovenia e Italia nelle tre regioni che confinano tra loro. Negli anni ’90 era apparsa come un sogno l’idea olimpica che riunisse nazioni e popoli che meno di un secolo prima si erano combattuti e che poi erano stati lungamente divisi da una linea di confine a volte invalicabile, a volte valicabile ma con grandi difficoltà. Quel sogno trent’anni fa era svanito quando stava già per diventare realtà: l’Italia decise per conto suo di candidare Torino e di porsi quindi in concorrenza con il progetto tri-nazionale fortemente voluto allora dal Friuli Venezia Giulia, insieme con Carinzia e Slovenia. Ma ora, superata la delusione, se ne torna a parlare. Quanto meno in Carinzia e in Slovenia.

Una delegazione di Lubiana, guidata da Matjaz Han, ministro per l’economia, il turismo e lo sport, si è recata a Klagenfurt, dove ha incontrato il governatore Peter Kaiser e l’assessore all’economia Sebastian Schuschnig. Si è parlato dei rapporti economici sempre più stretti tra le due regioni, ma anche e soprattutto della possibilità di riproporre, insieme con il Fvg, la candidatura ai Giochi olimpici invernali 2034. Non prima, perché l’edizione successiva a quella del 2026 a Cortina-Milano, non potrà tenersi in Europa, secondo la regola dell’alternanza.

«Abbiamo già dimostrato – ha detto Kaiser nell’incontro – che siamo in grado di organizzare eventi sportivi transnazionali. È facile dimostrare che le infrastrutture sportive sono già presenti sui nostri territori. Per questo noi vogliamo chiaramente annunciare anche sul piano politico il nostro comune interesse a una candidatura olimpica per il 2034». Una candidatura “verde” e sostenibile, usando ciò che già c’è e evitando il gigantismo delle ultime edizioni. Visione condivisa da Han: «Questa prospettiva potrebbe diventare realtà, se il Comitato olimpico saprà valutarla adeguatamente».

A supporto delle sue affermazioni sugli impianti sciistici esistenti in zona, Kaiser ha menzionato l’Alpenarena di Villaco, il trampolino e gli impianti di Planica per lo sci nordico, gli stadi del ghiaccio di Villaco e Klagenfurt, le piste del Tarvisiano e Bad Kleinkirchen per lo sci alpino, la superficie ghiacciata del Weissensee già omologata dalla Fis per il pattinaggio.

Vi sono altre ragioni per la candidatura “senza confini” che Kaiser non ha menzionato. Nel 2034 non si corre più il rischio di un contropiede italiano, perché l’Italia, dopo i Giochi di Milano-Cortina, non vorrà mettersi nuovamente di mezzo. Non c’è neppure il rischio di “fuoco amico” in Austria. Anzi, il problema è il contrario: nessun altro Land vuole ospitare Giochi olimpici. In passato il Comitato olimpico austriaco aveva tentato due volte di organizzarli, in Tirolo e Stiria, ma entrambe le volte l’idea era stata respinta a furor di popolo. La candidatura della Carinzia insieme con le regioni contermini avrebbe quindi pieno sostegno nazionale. Quanto alla Slovenia, date le sue dimensioni, la soluzione tri-nazionale è la sola che può prendere in considerazione. E la presenza del ministro Han a Klagenfurt ne è una prova.

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