Cambiamenti climatici, così laghi di Prespa si stanno restrigendo

Cambiamento climatico, poche precipitazioni, ma soprattutto un’agricoltura e una orticultura che non prestano alcuna attenzione all’ambiente, contribuendo al disastro. Sono gli ingredienti che stanno portando a una lenta ma costante morte: quella di un grande specchio d’acqua balcanico, un vero gioiello diviso tra tre Paesi, Macedonia del Nord, Grecia e Albania, il lago di Prespa – o meglio, i laghi, uno più grande e uno minore, separati da un istmo - da anni ormai alle prese con fenomeni sempre più preoccupanti. E dalle pesanti conseguenze per flora e fauna.

L’allarme arriva in particolare dalle sponde macedoni, le più estese, con i media locali che con sempre maggior frequenza stanno disegnando uno scenario da «catastrofe ecologica», di «acque che si ritirano» e diventano sempre «meno profonde» e denunciano l’assenza di risposta delle istituzioni, sia a Skopje e Tirana sia ad Atene. Ultimo allarme della serie, quello di Tv 24. Davanti alla telecamera, l’esperto Saso Siroski ha così parlato di una avanzata situazione di «eutrofizzazione» delle acque a causa dei pesticidi usati contro le alghe e in agricoltura, mentre i residenti hanno confermato il quadro, segnalando un declino che va avanti da decenni. «Il lago si sta riducendo, nessuno se ne preoccupa e nessuno cerca soluzioni», ha deplorato un abitante del paesino di Stenje, nella parte nordoccidentale del lago di Prespa, località anche turistica – ma dove il numero dei visitatori starebbe diminuendo a causa dei “mali” del grande bacino. Sulla stessa linea, organizzazioni come lo Youth Educational Forum (Mof), che ha più volte messo in guardia sui rischi che Prespa sta sperimentando e accusato chi è al potere di essere sordo.
Allarme condiviso dagli esperti della Società macedone di ecologia, supportati da studi accurati, che hanno dimostrato che l’invaso sarebbe calato addirittura di nove metri tra il 1951 e il 2020. Perché? Gli esperti sono concordi nel ritenere che una serie di fattori stia contribuendo a far ritirare le acque del lago, un fenomeno ben visibile sul terreno, in particolare sulle sponde settentrionali di Prespa. Influisce chiaramente il fattore del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici, con i Balcani che stanno da anni registrando temperature più alte e meno precipitazioni, soprattutto nevose, un problema che sta riducendo e di molto la portata di piccoli corsi d’acqua che alimentavano il lago, mentre il caldo favorisce l’evaporazione. Ma la natura non fa tutto da sola. Un significativo contributo negativo arriva infatti dalle coltivazioni agricole sulle sponde di Prespa, in testa i frutteti di mele, per l’inquinamento dovuto all’uso di fertilizzanti e pesticidi – svariate tonnellate ogni anno, secondo stime dell’Onu – e prelievi d’acqua del lago per irrigazione, mentre cresce di anno in anno il problema delle alghe e delle erbe invasive. Problema del lago che si “prosciuga” che è stato confermato anche dalle immagini satellitari e dal Nasa Earth Observatory. «Mentre i livelli dell’acqua sono rimasti stabili a Ocrida», lago più grande e celebre a soli 10 km da Prespa, quest’ultimo ha sperimentato «cali significativi per area e volume», ha detto la Nasa, citando anche un recente studio che ha stimato che il lago abbia perso addirittura il 7% della sua superficie dal 1984 al 2020. La causa principale, «l’aumento dei prelievi d’acqua per usi agricoli».
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