Bosnia candidata all’Ue, l’apertura di Macron alla richiesta slovena: pronti a discuterne
Il presidente francese si è detto favorevole alla proposta formulata dal premier di Lubiana Robert Golob in visita ufficiale all’Eliseo

A volte l’insistenza paga. La Slovenia, nel Consiglio europeo dedicato alla concessione dello status di Paese candidato all’Ue all’Ucraina in guerra e alla Moldova, aveva insistito molto perché lo stesso avvenisse anche con la Bosnia-Erzegovina, ma non era riuscita andare oltre a un vago “ci riparleremo”.
Al Forum strategico di Bled dedicato ai Balcani occidentali il presidente della Repubblica slovena Borut Pahor era stato altrettanto chiaro e deciso: se non sarà concesso immediatamente lo status di Paese candidato all’Ue alla Bosnia-Erzegovina si rischia che il nuovo muro che Putin con la sua guerra vuole erigere in Europa passi proprio attraverso Sarajevo, il che, aveva precisato con chiarezza Pahor, potrebbe portare anche a una nuova guerra nel cuore dell’Europa.
Ma se, sempre a Bled, lunedì scorso, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva replicato ai timori di Pahor affermando che «tutti e sei i Paesi dei Balcani occidentali» faranno parte dell’Ue, giovedì all’Eliseo il premier sloveno Robert Golob ha convinto un importante interlocutore europeo, il presidente francese Emmanuelle Macron, a riconsiderare seriamente la possibilità, tanto chiesta a più voci dalla Slovenia, di uno status di Paese candidato anche per la Bosnia-Erzegovina.
Golob ha ringraziato Macron per essere stato «il primo presidente europeo da molto tempo a comprendere l'importanza dei Balcani occidentali» durante la presidenza francese del Consiglio dell'Ue. «Ha capito che i Balcani occidentali e l'espansione dell'Ue in quest'area sono in effetti una questione strategica estremamente importante per l'Europa e che non dovrebbe essere trascurata», ha affermato ancora il premier sloveno. Sotto il patrocinio di Macron, sono anche riusciti a fare un passo da gigante nel caso della Macedonia del Nord, che insieme all'Albania ha avviato i negoziati di adesione con l'Ue a luglio, ha sostenuto Golob il quale allo stesso tempo, ha ricordato l'iniziativa slovena di concedere lo status di candidato all'adesione all'Ue alla Bosnia-Erzegovina, dove, secondo lui, esiste un interesse strategico simile. Alla domanda sulla posizione francese sulla concessione dello status di candidato alla Bosnia-Erzegovina, il presidente francese ha risposto di essere pronto a discuterne per arrivare a una decisione entro dicembre.
Il tema dell’allargamento ad Est dell’Europa ha trovato anche un altro grande sponsor nel cancelliere tedesco Olaf Scholz che si è detto a favore dell'allargamento dell'Ue ai Balcani occidentali, nonchè all'Ucraina, alla Moldova e alla Georgia e ha sottolineato al contempo la necessità di mettere fine al diritto di veto per evitare paralisi decisionali. «Il fatto che la Ue continui ad espandersi verso est è un vantaggio per tutti noi» ha detto Scholz a Praga evocando lo scenario di un'Unione Europea composta «di 30 o 36 Stati» che sarebbe «molto diversa dalla nostra Unione attuale».
Sin dalla sua elezione Scholz è un fautore dell'adesione alla Ue dei paesi dei Balcani occidentali. In questi mesi vi si è recato in visita o ne ha ricevuto i capi di stato o di governo a Berlino. Dei sei paesi della regione, quattro hanno lo status di candidato (Serbia, Montenegro, Macedonia del Nord e Albania) mentre altri due non lo hanno ancora (Kosovo, Bosnia-Erzegovina). Tuttavia, tutti hanno firmato un accordo di stabilizzazione e associazione con l'Ue.
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