Arcipelago delle Brioni, tra musei e fortezze si riparte con le visite all’Isola minore

Passo avanti nel piano complessivo di rivitalizzazione dell’area che gode di fondi europei per un totale di quattro milioni

Valmer Cusma
Una veduta di Brioni (Np-Brijuni.hr)
Una veduta di Brioni (Np-Brijuni.hr)

Dopo 120 anni apre nuovamente le porte ai visitatori Brioni Minore, la seconda isola per grandezza dell'arcipelago, di superficie pari a 1,1 chilometri quadrati con una costa che si snoda per 8,1 chilometri. Nell’insenatura centrale dell’isola si trova il porto San Nicolò, mentre l’isola è nota per la sua Fortezza Minore, la fortificazione più grande della costa adriatica, e per il suo Teatro Ulisse.

Per decenni, ai tempi della Jugoslavia e dopo essere stata proprietà privata al tempo dell’impero austroungarico, Brioni aveva rappresentato il buen retiro in cui il Maresciallo Tito amava rifugiarsi per staccare la spina; ora, a distanza di 43 anni dalla sua morte, è arrivata la vera svolta. Tutto merito del progetto intitolato “Nuova vita per le Brioni”, finanziato in totale con quattro milioni di euro erogati nella misura dell’85% dall’Unione europea attraverso il Fondo per lo sviluppo regionale.

Il progetto stesso fa parte del Piano nazionale di rilancio e sviluppo dell'arcipelago lungo il periodo 2021 – 2027. Già da tempo nella fortezza austroungarica situata a Brioni Minore si svolgono nei mesi estivi delle rappresentazioni teatrali settimanali alle quali si può accedere arrivando in motonave sull’isola: ora però le visite saranno aperte a tutti a prescindere dalle rappresentazioni.

Le risorse stanziate con il progetto sono servite a ristrutturare diversi edifici ed ex impianti militari da riconvertire in strutture espositive, didattiche, museali e anche ricettive così da accogliere studenti, ricercatori, subacquei e artisti. Con i fondi disponibili inoltre è stato possibile commissionare al piccolo cantiere navale della Tehnomont un battello passeggeri a emissioni zero, capace di trasportare fino a 150 persone. Il natante è stato già consegnato.

Per l'isola dunque, attualmente disabitata, si apre un nuovo capitolo di quella che è una storia millenaria. I reperti in pietra, ceramica e ossei ritrovati anche sulle altre isole dell'arcipelago ci riportano infatti indietro nel tempo fino al periodo neolitico. I castellieri vennero costruiti attorno al 2000 avanti Cristo. Le Brioni passarono poi nell'anno 177 al dominio romano con il nome di Insulae Pullariae. Dopo la caduta dell'impero d'occidente l'arcipelago passò sotto varie dominazioni, e infine a partite dal 1331 sotto Venezia.

Per l’arcipelago si aprì una ulteriore fase quando - dopo essere rimasto sotto la dominazione austriaca fin dal 1806 - verso la fine del diciannovesimo secolo fu acquistato dall’industriale viennese Paul Kupelwieser, che trasformò le isole in un luogo di villeggiatura estiva esclusivo. Allo stesso tempo, l’arcipelago era parte integrante del sistema di difesa di Pola e del Canale di Fasana: per questo vi furono costruite sette fortificazioni, la più grande delle quali è Forte Tegethoff.

Da ricordare ancora che durante la seconda guerra mondiale le Brioni ospitarono la sede dell’Accademia militare della Marina italiana, e in seguito divennero luogo di riposo per gli equipaggi tedeschi dei sommergibili della base dei sottomarini di Pola. Terminata la guerra, arrivò l’annessione alla nascente Jugoslavia.

Il progetto “Nuova vita per Brioni” comprende tutte le isole dell'omonimo Parco nazionale. Tra i vari interventi eseguiti si contano finora un cinema all'aperto, la modernizzazione del Museo di scienze naturali, la diversificazione dell'offerta turistica con nuovi prodotti, l'ampliamento delle proposte didattiche per i più giovani. Sono stati acquistati di recente anche due nuovi trenini elettrici su gomma.

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