Al largo dell’isola di Selve arriva Black Pearl, il super yacht a vela voluto dal russo Burlakov
Il trialbero da 200 milioni apparteneva all’oligarca morto nel 2021. Ormeggiato di recente anche a Trieste, è in crociera nell’Adriatico

ZARA Una barca spettacolare, da favola, la cui storia è però una scia di intrighi, infedeltà, rapporti familiari distrutti, schiere di avvocati al lavoro, anche un attentato. Nel braccio di mare compreso tra le isole di Selve e Ulbo, rispettivamente in croato Silba e Olib, nell’arcipelago di Zara, è apparso maestoso in questi giorni il veliero tre alberi Black Pearl. Capolavoro di estetica e comfort, con i suoi 107 metri di lunghezza e alberi alti 70 metri, i triestini avevano già potuto ammirarlo di recente ormeggiato sulle Rive.
Questa meraviglia del mare, valore stimato sui 200 milioni di dollari, apparteneva all’oligarca russo Oleg Leonidevic Burlakov, scomparso nel 2021 per le conseguenze del Covid, anche se sono in molti a sospettare che le cause del decesso potrebbero essere diverse. Il megayacht batte bandiera delle Isole Cayman, decisione presa anni fa dal suo proprietario: ora l’imbarcazione può viaggiare liberamente nei mari di tutto il mondo nonostante la sua “origine” russa.
A Trieste il superyacht a vela "Black Pearl"





Le sue vele, per una superficie di 2.900 metri quadrati, riescono a imprimerle una velocità fino a ben 30 nodi. Dotata di cinque cabine, l’imbarcazione può ospitare 12 passeggeri, serviti e coccolati da 18 membri d’equipaggio, con tanto di vasche Jacuzzi, cinema, night club e via elencando. Inoltre può sfruttare per la sua propulsione l’energia eolica e solare. Non male per questo gioiello, varato nel 2016 dal cantiere olandese Oceanco e progettato da gente di fama come Ken Freivokh, Gerard Villate, Nigel Gee e Nuvolari Lenard. Lo scafo è stato costruito in acciaio, con aggiunte di alluminio e fibre di carbonio.
Fin qui tutto a posto, con il ricchissimo Burlakov che aveva seguito da vicino i lavori di approntamento, proponendo soluzioni e modifiche, tanto si era innamorato della sua creatura. A 70 anni, l’oligarca aveva deciso di separarsi dalla sua consorte, l’ucraina Ljudmila, con la quale aveva avuto due figlie, Veronika ed Elena, rimaste con la madre. Alla base del divorzio, probabilmente la sua amante, la giovane indossatrice russa Sofija Švetsova, la quale gli aveva dato un figlio.
Nel novembre del 2018, Burlakov era stato bersaglio di un attentato: era a bordo della sua auto, crivellata di colpi, alcuni dei quali lo avevano ferito. Sugli attentatori non è mai stata fatta luce, ma Burlakov ha sempre accusato l’ex moglie, le figlie e altri familiari di aver tentato di assassinarlo, per impossessarsi delle sue proprietà. Interessante rilevare che nel testamento, trovato dopo la sua morte, l’oligarca aveva scritto di lasciare tutte le sue ricchezze alla sorella, Vera Kazakova e al marito, Nikolaj Kazakov, assieme al quale Burlakov si era costruito una fortuna lavorando nel settore del cemento e in altri campi.
Nelle sue ultime volontà stava scritto che una parte del patrimonio andava data pure a Sofia e al loro figlio. Non per niente adesso sono in piedi processi a Monaco, in Svizzera, Russia, Panama, Usa, Ucraina e anche in Montenegro, dove il miliardario amava soggiornare, trascorrendo anche qualche giorno di vacanza nelle acque croate dell’Adriatico.
Queste vicende drammatiche non tolgono però nulla all’affascinante bellezza di Black Pearl (Perla nera), ancoratosi in un angolo di Dalmazia che i vacanzieri italiani conoscono e apprezzano molto.
Riproduzione riservata © il Nord Est