Accuse di spionaggio e diplomatici espulsi: il grande freddo fra Mosca e Montenegro
Il premier di Podgorica: tuteliamo gli interessi nazionali. La replica: consolato chiuso

BELGRADO Sospetti di spionaggio, perquisizioni, arresti, cittadini stranieri dichiarati persone non grate e poi una durissima “rappresaglia”, al momento solo simbolica. Sono i contorni della nuova crisi che sta scuotendo il sempre delicato asse tra il piccolo Montenegro, membro Nato e in corsa per l’adesione alla Ue, e la Russia di Putin, dalle potenziali ricadute anche in politica interna in una nazione che rimane divisa tra partiti filoserbi e filorussi e quelli più filo-Occidente. La crisi è esplosa in contemporanea con una vasta operazione di polizia, scattata giovedì e continuata ieri, lanciata per neutralizzare persone sospettate di lavorare per l’intelligence russa. «Sono state effettuate perquisizioni in varie località e l’azione è di carattere internazionale, messa in campo per proteggere gli interessi nazionali del Montenegro», ha confermato il premier uscente, Dritan Abazović, senza fornire maggiori dettagli.
Ma le voci circolano rapidamente, anche a Podgorica. È emerso infatti che la Procura speciale nazionale montenegrina starebbe indagando su un’organizzazione criminale sospettata di spionaggio internazionale, a favore della Russia. La rete, secondo informazioni ufficiose, comprenderebbe una quarantina di persone, tra cui una trentina di cittadini russi con permessi di residenza temporanei in Montenegro. Nel network sarebbero stati coinvolti sei diplomatici russi, operativi nel Paese, che sono stati subito dichiarati persone non grate per «attività contrarie alla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche», ha specificato il ministero degli Esteri di Podgorica. Ieri sono stati effettuati anche due arresti ed è stata annunciata l'espulsione di altre 28 persone.
Le mosse del Montenegro hanno provocato la durissima reazione di Mosca: il Cremlino ha annunciato l’immediata chiusura del consolato nel Paese adriatico per un tempo «indefinito» e la sospensione dei servizi consolari. È una prima – e probabilmente non l’ultima – contromisura russa contro l’operazione anti-spionaggio montenegrina, decisa per stigmatizzare «l’attività ostile delle autorità» di Podgorica, ha detto l’ambasciata di Mosca, suggerendo ai tanti russi (numero che cresce giorno dopo giorno) che soggiornano in Montenegro, moltissimi dei quali fuggiti dopo l’inizio della guerra, di rivolgersi ad altre sedi diplomatiche russe nella regione in caso di bisogno.
La guerra di spie rappresenta il culmine di una crescente tensione tra Podgorica e Mosca, che fino al 2014 coltivavano rapporti strettissimi e amichevoli anche in campo economico. Tutto è mutato con l’avvicinamento montenegrino alla Nato e poi con l’adesione di Podgorica all’Alleanza, nel 2017. Su tutto, anche il presunto “golpe” filorusso ordito contro l’attuale presidente Milo Djukanović. A irrigidire ulteriormente i rapporti, anche la decisione del Montenegro di imporre sanzioni contro Mosca, seguendo la linea Ue. Ora la nuova escalation, con una risposta ancora più dura da parte del Cremlino. Che non mancherà di arrivare.© RIPRODUZIONE RISERVATA
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