A Spalato la libreria fondata dai Morpurgo usata come discarica

Andrea Marsanich

SPALATO Immagini che fanno male al cuore degli spalatini autoctoni, sia di nazionalità croata che italiana (quest'ultimi ridotti a poche decine di persone), una situazione che simboleggia purtroppo l'imbarbarimento di una città tra le più grandi in riva all'Adriatico.

L'antica, celebre Libreria Morpurgo, nata nel 1860 e chiusa nel 2017, è diventata purtroppo una discarica, un piccolo immondezzaio dove scaricare rifiuti e scatole di cartone, come documentato nella foto.

È uno dei tanti, tristi angoli della città di Diocleziano, come rilevato dal quotidiano locale Slobodna Dalmacija, dove la cultura, la storia, le tradizioni e i bei ricordi hanno inesorabilmente ceduto il passo a gente che non rispetta niente e nessuno.

Una fra le tre più vecchie librerie d'Europa in quanto ad attività ininterrotta (ben 157 anni, assieme alle consorelle di Londra e Lisbona) viene umiliata quasi quotidianamente – e con essa gli spalatini doc – da rifiuti di vario genere, che vengono scaricati all'ingresso di quello che per tantissimo tempo fu il luogo di raccolta e di vivace dibattito per generazioni di intellettuali dalmati, molti dei quali di etnia italiana.

La Morpurgo, inserita nel Registro dei beni culturali della Repubblica di Croazia e di proprietà statale, è così diventata una vergognosa pattumiera, stando a quanto rilevano gli spalatini raggruppati nella pagina Facebook intitolata Get Getanima.

La gente incivile, quella che scambia la Morpurgo in un luogo da schifo, ha le sue colpe, ma le ha anche Zagabria, che finora non ha fatto nulla per ridare l'originale ruolo all'ambiente, fondato nel 1860 nella centrale Piazza dei Signori da Vito Morpurgo, intellettuale e imprenditore, esponente di punta della rinomata famiglia ebraica dei Morpurgo.

La libreria conobbe il suo momento più buio – fatta eccezione per quello attuale – nel 1943, quando venne chiusa su decisione delle allora autorità tedesche.

La riapertura avvenne dopo la fine della seconda guerra mondiale, con la libreria che per decenni continuò ad essere uno dei simboli di Spalato.

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