Digitali anche i documenti: dal 2026 all’estero solo con la carta d’identità elettronica
Quella cartacea è ancora in mano a 5 milioni di cittadini. L’alternativa per espatriare resta sempre il passaporto: sono le regole imposte dai nuovi sistemi di riconoscimento. E oggi più di 40 milioni di italiani hanno attivato lo Spid

A novembre 2024 lo avevano attivato 39 milioni di italiani maggiorenni. Oggi il numero potrebbe aver superato i 40 milioni, considerando che tra il 2023 e il 2024 la crescita era stata del 6%.
Stiamo parlando dello Spid, di gran lunga il più utilizzato strumento di accesso ai servizi della pubblica amministrazione attraverso l’identità digitale. Magari a fatica, ma 4 italiani su 5 hanno imparato a gestire lo strumento, con un tasso di utilizzo che secondo l’ultimo report del Politecnico di Milano (Osservatorio Digital Identity) sfiora i 30 accessi all’anno (862 milioni di accessi in 9 mesi tra gennaio e settembre 2024). Lo strumento, in sostanza, funziona ed è appannaggio di una larga maggioranza della popolazione.
Peccato che sul destino dello Spid penda una spada di Damocle: in futuro, infatti, la principale porta d’accesso ai servizi digitali sarà la Carta d’identità elettronica, Cie per chi preferisce gli acronimi. Quella stessa Cie che dal 3 agosto 2026 sarà l’unico strumento valido per l’espatrio, oltre al passaporto, mentre la vecchia carta d’identità cartacea (ce l’hanno in tasca ancora 5 milioni di italiani) non potrà più essere utilizzata per attraversare i confini.

Spid e Cie
«Il futuro è la Cie», ha confermato in una recente intervista a Repubblica Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica. Dietro alla scelta di puntare sulla carta d’identità elettronica ci sono essenzialmente tre fattori: il fatto che la Cie, predisposta al riconoscimento con lettura Nfc (anche da cellulare) garantisca l’identificazione con 3 livelli di sicurezza, la querelle con i gestori privati sui costi di gestione dello Spid (a marzo il Governo ha destinato 40 milioni ai provider), l’obiettivo di una progressiva interazione con i sistemi europei di riconoscimento dell’identità, gli stessi che dal prossimo anno renderanno incompatibile la carta d’identità cartacea con l’espatrio.
Portafoglio digitale
Ma lo Spid ha anche un altro rivale: si chiama It Wallet, evoluzione di quell’applicazione Io che abbiamo imparato a conoscere per l’accesso a misure come il cashback sui pagamenti con carta o per la gestione del green pass. Concepito come portafoglio digitale dei nostri documenti, oggi è utilizzato da 5 milioni d’italiani e oggi può già “caricare” patente, tessera sanitaria e carta europea della disabilità. In un futuro annunciato come prossimo potrà contenere anche altri documenti come l’Isee o i certificati di studio ed essere utilizzato anche per gestire, ad esempio, biglietti o abbonamenti del trasporto pubblico. Più complessa, sembra, l’interazione con la Cie e soprattutto con il passaporto.
Sorpasso difficile
Tra i vantaggi della Cie la sua gratuità, mentre gran parte dei provider dei servizi Spid richiedono oggi un canone per fruire del servizio. La distanza che separa la Cie dallo Spid in termini di utilizzo però è attualmente enorme, e i costi del servizio (abbordabili) non sembrano un disincentivo sufficiente ad abbandonare una strada già conosciuta per imboccarne una nuova. Se è vero che le Cie distribuite oggi superano i 50 milioni, solo un’esigua minoranza dei possessori le utilizza come strumento di riconoscimento digitale. Sempre secondo il già citato report del Politecnico di Milano, diffuso a novembre 2024, poco più di 6 milioni dei quasi 41 milioni di cittadini maggiorenni in possesso di Cie l’avevano attivata per i servizi digitali, a fronte di 39 milioni di utenti dello Spid.
L’attivazione
Va detto che i due sistemi di accesso non sono incompatibili e che familiarizzare con entrambi gli strumenti sarebbe buona norma. Per attivare la carta d’identità elettronica bastano uno smartphone, l’applicazione Ciel e i codici di attivazione Pin e Puk rilasciati in due fasi: la prima parte in Comune con la ricevuta della domanda di Cie, la seconda in allegato alla raccomandata con cui viene recapitato il documento. Se il nostro cellulare è dotato di lettore Nfc per il riconoscimento di documenti la procedura può essere conclusa anche senza Puk e Pin, ma a patto di aver indicato, all’atto della richiesta della carta, un numero di cellulare o un indirizzo mail.
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