Anche il “doge” Zaia si affida all’Ai: pregi e limiti degli spot regionali
Gli spin doctor di Zaia hanno pianificato il rilascio di un video per ciascuna provincia: un’operazione con qualche pecca di stile, ma innovativa

La posta in palio in Veneto è elevata. Giudicando dai sondaggi e dalle serie elettorali storiche, non tanto dal punto di vista della competizione fra destracentro e sinistracentro, ma delle sotto-gare all’interno del primo schieramento.
Luca Zaia vinse le scorse regionali, nel 2020, con il 76,79% dei voti, e la sua lista prese il 44,57%. Per la consultazione del 23-24 novembre tutti gli occhi sono puntati sui risultati dei partiti in competizione, sul cercare di capire di quanto verosimilmente prevarrà Fratelli d’Italia e quale sarà la percentuale del candidato governatore Alberto Stefani, fedelissimo di Salvini “in via di moderazione”.
In questo contesto di competition aggiuntive, a farla da padrona è la corsa di Zaia, candidato da capolista in tutti i collegi, ardentemente desideroso di fare la prova di forza nei confronti di alleati e compagni di partito, da cui non si è sentito trattato bene. D’altronde, come dargli torto?
Così, per spingere ulteriormente il suo campaigning, il “doge” uscente ha deciso di affidarsi all’intelligenza artificiale che, negli Stati Uniti, sta già spopolando nella comunicazione elettorale da destra (Donald Trump) a sinistra (il neoeletto sindaco di New York, Zohran Mamdani). Esperimento che, al netto (va detto) di alcuni aspetti un po’ trash, costituisce un fattore di oggettivo interesse e si presenta come il primo vero e proprio spot made in Ai di un’elezione regionale italiana.
E gli elementi curiosi e analiticamente stimolanti in questa operazione comunicativa dell’ormai ex presidente della Regione si rivelano numerosi. Gli spin doctor del popolarissimo Zaia maltrattato dai colleghi di partito hanno pianificato il rilascio di un video per ciascuna provincia, delineando una sorta di giro a tappe fra i luoghi e le bellezze del Veneto, sotto l’insegna assai bellicosa dello slogan «Ho solo una soluzione per diventare un problema reale» (ovvero candidarsi ovunque e fare il pieno di voti). Belluno e le Dolomiti (con richiamo alle Olimpiadi, punto cardine dell’operato di Zaia) e nei giorni scorsi Venezia, con una mascotte a fare da trait d’union.
Vale a dire un leoncino alato, simbolo della venezianità, ma rivisto in chiave pet, con una strizzata d’occhio al fatto che molti cittadini-elettori hanno un animale domestico nelle loro case. Infatti, a colpire in questo spot è la dimensione di comunicazione puramente emozionale, realizzata tramite AI; e anche questo è motivo di riflessione (e di attesa rispetto ai risultati), perché suscitare empatia mediante l’uso esclusivo di un algoritmo rappresenta per la politica nazionale un evento appunto originale.
Questi video non presentano contenuti particolari, ma si sviluppano sotto il segno dello slogan «Dopo Zaia scrivi Zaia», con il ripetersi ossessivo in moltissimi fotogrammi e situazioni (anche le più improbabili) di questa scritta-esortazione-appello al voto, e la ricerca della valanga di consensi per “seppellire” simbolicamente chi gli ha negato la nuova candidatura alla presidenza della Regione e la lista in proprio.
Se l’operazione riuscirà lo si scoprirà, una volta chiuse le urne, nelle prossime settimane; per il momento si vede un’azione comunicativa con qualche pecca di stile e di buon gusto estetico, ma innovativa e molto viva: il leoncino ruggisce, e il messaggio “a province unificate” è che Zaia è vivo e combatte al di fuori, ma anche all’interno, della coalizione.
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