Schlein incassa un assist cruciale per un futuro campo largo

Regionali, con il via libera a Ricci nelle Marche, Conte fa maturare i 5Stelle ma resta il timore di sviluppi giudiziari imprevisti

Carlo BertiniCarlo Bertini
Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e candidato alle Regionali nelle Marche
Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e candidato alle Regionali nelle Marche

Dopo tanti bocconi amari, Elly Schlein incassa un risultato. Il suo campo largo si consolida nelle Marche attorno a Matteo Ricci e a seguire lo farà (De Luca permettendo) anche in Campania, dopo aver già stretto le maglie in Veneto: dove il centrosinistra al completo, da Renzi e Calenda fino ai Verdi sinistra, passando per Pd e cinque stelle, ha già un candidato, Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso, sguinzagliato in giro per le province. Provando a giocare d’anticipo, sperando in una spaccatura della destra, una partita altrimenti persa in partenza.

La differenza è che mentre in Veneto il centrosinistra alle europee ha portato a casa meno del quaranta per cento dei voti e il centrodestra, con Meloni al 38 per cento e la Lega al 14 è lievitato fino al 60 e passa per cento di consensi, nelle Marche, ex Regione rossa, il campo largo se la può giocare.

Alle europee la lancetta si è fermata nel mezzo, le due coalizioni erano più o meno alla pari, quindi l’appoggio di Conte e del suo 10 per cento può essere decisivo per strappare alla premier la sola regione che ha in mano di questa tornata elettorale che si terrà in autunno. Una cosa non da poco. Ma non è solo per questo che stamane Conte era chiamato alla scelta più difficile per il Movimento dopo quella di far parte di un governo maturata da Grillo e Di Maio nel 2019.

Con questa mossa, ha infatti cambiato la fisionomia di una forza politica. Viceversa avrebbe affondato non solo le speranze di vittoria di Ricci, ma messo a rischio la candidatura del “suo” Roberto Fico in Campania e di conseguenza tutto il progetto di una carovana di forze unite in alternativa alla destra.

Insomma sarebbe passato come il sabotatore colpevole di intelligenza col nemico e questo lui lo sapeva. Perciò ha scelto il male minore, tenendosi in qualche modo le mani libere se dovessero emergere nelle prossime settimane elementi che possano far pensare ad un “sistema” di potere, di favori e “amichettismo” che andasse ben oltre lo stretto perimetro dell’inchiesta di “affidopoli”. Un timore da cui il Pd non è esente e che dopo gli ultimi sviluppi di Milano, fa tremare i polsi come riflesso condizionato.

Comunque sia, oggi Elly Schlein, invece di dire “mai una gioia” come avrebbe potuto sbottare in queste settimane in cui il Pd è stato travolto dagli effetti degli scandali di Milano e nelle Marche, ha potuto esclamare “finalmente!”, quando ha sentito uscire dalla bocca da Conte la fatidica frase “non ci sono ragioni per togliere l’appoggio a Matteo Ricci”.

Affermazione non proprio icastica, in quanto condita da un “per ora”, visto che se ci saranno altri sviluppi oltre a quelli visibili nelle carte oggi, l’avvocato del popolo si riserva di “trarre le conseguenze”. Quindi una sorta di fiducia condizionata, un patto che va siglato dal notaio con un “legato” a latere del contratto: un “codice etico” che il candidato del centrosinistra, europarlamentare più volte sindaco di Pesaro dovrà convincersi a firmare, dopo aver detto di non farsi dare lezioni di morale da nessuno. E si vedrà se questo inchino ai 5stelle porterà in calce anche le firme dei liberal garantisti della coalizione o se sarà oggetto di polemiche.

Ma se il punto politico emerso da questa giornata sta nella posa della prima vera pietra per la costruzione del futuro campo lago alle politiche, il secondo punto è ravvisabile nella maturazione del movimento: i cui seguaci oggi a buon titolo possono essere bollati come “ex grillini”, perché lo slogan “un avviso di garanzia non è una condanna” pronunciato ieri da Conte costituisce una rivoluzione copernicana per i cinque stelle della prima ora. Che ormai possono essere considerati una forza più matura rispetto alle origini barricadere.

Con quell’assioma molto da avvocato e poco manettaro che non si può lasciare ai giudici il potere di fare politica con gli avvisi di garanzia, Conte rovescia la costellazione di valori cui si erano affidati i fondatori agli esordi, più di quindici anni fa. E Schlein non può che compiacersi. Anche se l’ex premier tiene a precisare che non si può dar vita ad una “alleanza organica” con il Pd, che non ci sarà il campo largo in tutte le regioni, che si decide caso per caso, il seme della coalizione che sfiderà a Giorgia Meloni oggi è stato piantato. Basterà certo una bomba d'acqua estiva per sradicarlo, ma starà al pollice verde di Schlein riuscire a tenerlo in vita.

Riproduzione riservata © il Nord Est