Prevenire questi attacchi alla democrazia

Nella faticosa gestazione della rimodulazione finanziaria a favore del riarmo, è importante che si tenga conto del fatto che la guerra ormai assume forme diverse che è necessario prevenire ora

Valentine Lomellini

Tre aeroporti bloccati e un terminal evacuato: questo il bilancio di sabato quando l’azienda Collins Aerospace, responsabile della tecnologia per il check-in e l’imbarco all’aeroporto di Heathrow, a Londra, e nelle capitali di Belgio e Germania, ha dichiarato di essere stata oggetto di un attacco hacker da parte di una fonte non identificata.

Ancora misteriose – almeno all’ora in cui scriviamo – sono le ragioni dietro all’evacuazione precauzionale di un terminal all’aeroporto di Dublino, chiuso per alcune ore e poi riaperto senza spiegazioni da parte dell’amministrazione aeroportuale.

Minacce cyber alle quali non ci siamo ancora totalmente abituati. A partire dal 2020 quando, a causa anche della pandemia, la tecnologia ha conosciuto un’ulteriore impennata nelle sue varie applicazioni, essa è diventata anche un target utile alla destabilizzazione di altri Paesi. Si tratta di terrorismo? Direi di sì.

Pur non provocando direttamente dei danni fisici ad una persona, si tratta di un’azione violenta condotta a fini politici che ha un impatto psicologico che va al di là delle possibili immediate vittime. Senza contare che può sempre provocarne: pensiamo ad esempio al caso della violazione del sistema sanitario nazionale come è accaduto proprio in Veneto, nell’ottobre 2023. In quel caso, furono estrapolati alcuni dati aziendali; ma nulla vieta che potessero compromettere la privacy di un paziente o incidere sulla sua possibilità di accedere alle cure. Dunque, un terrorismo diverso ma pur sempre terrorismo.

Secondo il rapporto del Parlamento europeo del 2024, le minacce ai trasporti sono tra le più significative dell’ultimo semestre dell’anno scorso, seconde solo a quelle alla pubblica amministrazione (11 e 19%, rispettivamente).

La guerra tra la Russia e l’Ucraina ha poi aggravato ulteriormente questa minaccia: secondo il rapporto Threat Landscape, stilato dall’Enisa, l’agenzia dell’Unione europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione, attori sponsorizzati dalla Russia hanno condotto operazioni informatiche contro entità e organizzazioni non solo in Ucraina ma anche nei Paesi che la sostengono. E già nel 2021, il World Economic Forum inseriva gli attacchi informatici tra i primi 10 rischi a livello globale.

Che fare, dunque? Dal 2022, la direttiva sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi dell’Unione Europea ha introdotto alcune regole comuni agli stati membri: l’obiettivo è quello di rafforzare i requisiti di sicurezza informatica per gruppi che operano e forniscono servizi in settori nevralgici, proprio come quello dei trasporti.

Senza dimenticare il contrasto alla disinformazione: l’attività di alcuni gruppi hacker è stata provata nell’ambito delle elezioni degli ultimi anni, con lo scopo di orientare l’opinione pubblica verso una scelta elettorale “teleguidata”.

Nella faticosa gestazione della rimodulazione finanziaria a favore del riarmo, è importante che si tenga conto anche di questo: la guerra è oramai sempre più ibrida e l’attacco alla democrazia assume forme diverse. Che è necessario prevenire ora, piuttosto che pensare di curare domani. —

Riproduzione riservata © il Nord Est